Mastica lento, ingoia piano: Sumi piange, Gaza muore in silenzio
- Ilenia D’Alessandro
- 17 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Aprile 2025, la Russia bombarda Sumi, nel nord-est dell’Ucraina. Immagini drammatiche, dichiarazioni di condanna da ogni capitale occidentale, breaking news a ciclo continuo. Il mondo e la stampa si indignano, giustamente. Ma basta cambiare latitudine e colore della pelle delle vittime e, quella stessa indignazione, si spegne. Scompare. Viene sostituita da silenzi, balbettii, eufemismi nauseanti, trafiletti in secondo piano e qualche timido accenno.
A Gaza, intanto, i bambini e le bambine continuano a morire. Non per “danni collaterali” ma per bombardamenti deliberati, per fame indotta, per sete, per il crollo di un sistema sanitario che Israele ha sistematicamente distrutto, intenzionalmente. Eppure i titoli dei media occidentali esitano. Le parole si fanno più caute, i verbi passivi si moltiplicano. I bambini “muoiono”, non “vengono uccisi”. Le bombe “cadono”, non “vengono sganciate”. Il responsabile si dissolve nel nulla.
E mentre l’Occidente loda ancora, come un vinile graffiato, Israele come “democrazia che si difende”, evita accuratamente di ricordare un fatto preciso: è stato Israele a rompere la tregua, rifiutandosi di passare alla seconda fase dell’accordo di pace, il quale prevedeva un cessate il fuoco prolungato, il rilascio degli ostaggi e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza. Era tutto sul tavolo, tutto possibile. Ma Israele ha scelto il fuoco, ancora. Ha scelto l’annientamento come strategia, ha continuato il suo programma di genocidio bombardando l’ultimo ospedale ancora funzionante in tutta la striscia di Gaza (non vuoto di pazienti, ovviamente). E il mondo politico e mediatico, quello che si commuove per Sumi, ha guardato altrove.
Cos’è cambiato, dunque? La vita in Ucraina vale più di quella in Palestina? La violenza è più tollerabile se arriva da un alleato strategico? I bambini e le bambine di Gaza non meritano le prime pagine perché non servono a rafforzare un distacco militare in Medio-Oriente?
Chi guarda ai governi e ai media occidentali, oggi, vede chiaramente un doppio standard ipocrita, insostenibile e pericoloso. La Russia è il nemico perfetto, Israele è l’alleato intoccabile. Quando toccherà a noi, saremo intoccabili o sacrificabili? Perché la verità non cambia: un crimine di guerra resta tale, chiunque lo commetta, e non deve esistere tolleranza verso una nazione che viola i diritti umani e commette crimini contro l’umanità. Il diritto internazionale o è universale o è propaganda. La compassione o è coerente o è solo marketing.
Se Sumi ci indigna, Gaza dovrebbe farci urlare. Mentre muore in silenzio.
