top of page

NUE: Nuova Unione Europea, Vecchio modo di pensare il Continente

Contesto


Il giorno 15 marzo 2025 si è tenuta a Roma una manifestazione pro-unità europea voluta e chiamata dal giornalista ed editorialista di Repubblica, Michele Serra. Il motivo di tale piazza è presto detto, il richiamo ad un’unità politica e civile dell’Europa difronte agli ultimi eventi che l’hanno vista partecipe: il non aver avuto nessun ruolo nei negoziati di pace tra Ucraina e Russia, l’aver taciuto e parteggiato nei confronti di Israele per il genocidio che sta commettendo a Gaza e la sua totale debolezza sul piano geopolitico globale.

 

Tra gli interventi più interessanti, quello del cantautore e docente Roberto Vecchioni ha acceso il dibattito pubblico.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tattered_EU_flag_(37254747434).jpg
Derek Bennett, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Europocentrismo di cultura e di potere

 

Nel suo discorso, Vecchioni ha posto l’accento sull’unicità del pensiero europeo, citando figure emblematiche: “Vi dico Socrate, Spinoza, Cartesio, Hegel, Marx, Shakespeare, Cervantes, Pirandello, Leopardi, Manzoni: ma gli altri le hanno queste cose?”

 

Un’esaltazione che va analizzata nel suo conteso: ossia una piazza per l’unità Europea, in cui bisogna sottolineare che il vecchio continente è culturalmente più potente e unito. Ha creato molta polemica poiché ha generato un rapporto di potere coloniale: solo l’Europa è patria della cultura? La risposta è presto detta: se in Italia c’era Leopardi, in Russia Tolstoj; se in Germania c’era l’idealismo, negli Stati Uniti c’era il trascendentalismo di Emerson; se in Europa recitava Eleonora Duse, in Russia Stanislavskij inventava il concetto di regia; se in Europa c’era il Medioevo, Baghdad, durante il periodo abbaside, ha visto la fioritura scientifico-culturale e letteraria; addirittura una delle più grandi ballerine statunitensi Isadora Duncan, inventrice della Modern Dance, venne invitata da Lenin a Mosca per realizzare un progetto artistico connesso agli ideali della Rivoluzione d’Ottobre.

 

L’Europocentrismo è una concezione da superare e bisogna iniziare a pensare a come collaborare per raggiungere pace e cambiamento senza reiterare comportamenti già risultati distruttivi e fallimentari.

 

Pace e pacifismo

 

Uno dei passaggi più significativi dell’intervento di Vecchioni ha riguardato la seguente distinzione: “Non esiste corrispondenza tra pace e pacifismo. Non si può accettare qualsiasi pace. Pacifisti siamo noi perché teniamo alla nostra cultura.

 

Linguisticamente, e quindi culturalmente, esiste una correlazione etimologica tra le due parole: pace deriva dalla radice sanscrita pac o pag che significano pattuire, concordare (da cui deriva anche pagare) che si ritrova nel latino pax: pace, condizione di armonia, quel sentimento di concordia, di unione che dovrebbe legare individui e popoli, come appartenenti alla stessa famiglia umana.

 

Pacifismo deriva dal francese pacifism e dall’aggettivo pacifique, che a sua volta deriva dal latino pacificus, derivante dal latino pax unità al suffisso ficus da facere (fare): letteralmente persona che attua praticamente la pace.

 

Conclusione

 

Dunque, sottolineando la vicinanza tra pace e pacifismo, forse il modo giusto di essere Unione Europea sarebbe quello di rispettare il Manifesto di Ventotene ed essere una vera forza politica democratica e dialogica, ricordando i motivi per cui è nata nel Secondo ‘900 così da evitare di fare gli stessi errori fatti dai predecessori colonialisti ed imperialisti.

Unisciti ai canali

  • Instagram
  • Facebook
  • Whatsapp
bottom of page