Venerdì sera sono andate in scena le cover e lo spettacolo ha funzionato. Le canzoni scelte per le esibizioni sono state quasi tutte di alto livello, pescando molto dal cantautorato e da grandi successi e hanno ahimè mostrato la differenza con i pezzi tutti uguali portati quest’anno sul palco dell’Ariston scritti praticamente dagli stessi quattro-cinque autori salvo rarissime eccezioni.

La serata è stata vinta da Giorgia che con Annalisa hanno eseguito “Skyfall” di Adele: un esercizio vocale e nulla più, bravura indiscussa delle due cantanti ma la musica, permettetemi, è un’altra cosa. Secondo posto di Lucio Corsi che con Topo Gigio ha regalato una delle performance più fiabesche viste a Sanremo, con il classico di Modugno “Nel blu dipinto di blu”. Fedez e Masini si piazzano al terzo posto e qui si apre un capitolo a sé: perché la canzone di partenza, Bella stronza, è un inno all’”amore” violento di un uomo possessivo che non accetta di essere stato lasciato, inaccettabile già all’epoca, ma la nuova versione con l’introduzione del mea culpa di Fedez non fa altro che peggiorare la situazione, non fosse altro perché sappiamo tutto il gossip girato attorno al rapper per creare hype intorno all’esibizione. In poche parole, lo sfruttamento di una situazione sentimentale ai fini della competizione.
Tra le altre esibizioni di rilievo Elodie con Lauro, Brunori Sas con Dimartino e Sinigallia, i campani che hanno spaccato: sia il duetto Kolors-Da Vinci sia Clementino-Hunt con l’omaggio a Pino Daniele. Clara con il Volo invece con “the sound of silence” sembrava il trionfo del noise (rumore). Passate in sordina invece altre due esibizioni: Gaia con Toquinho (la voglia, la pazzia) e Shablo ft. Guè, Joshua, Tormento con Neffa: Aspettando il sole, un pezzo rap bellissimo e di livello finalmente sul palco dell’Ariston.
Capitolo Benigni: si sa, con la vecchiaia si diventa democristiani, ma a parte qualche piccola battuta non è stato incisivo come le altre volte. Tenuto in gabbia anche lui. Quanto ci manca il Benigni dei tempi di Raffa a Fantastico!
I co-conduttori stavolta sono stati centrati: Mahmood, che inizialmente sembrava capitato lì per caso, si è mostrato ironico e a fuoco, e ci ha regalato una bellissima performance dei suoi pezzi. Geppi Cucciari ha finalmente perculato Conti e il suo buonismo filogovernativo: intelligente, pungente, sarcastica, e finalmente il presentatore è stato messo al suo posto. Carlo scansati, vogliamo lei a condurre il Festival!