top of page

Trump parla alla Knesset mentre il medio oriente continua a bruciare

Il 13 ottobre 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha tenuto un discorso al parlamento israeliano, la Knesset, definendo l’evento come “un’alba storica per un nuovo Medio Oriente”. Successivamente, si è recato a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per sottoscrivere un accordo di pace tra Hamas e Israele.

The White House, Public domain, via Wikimedia Commons
The White House, Public domain, via Wikimedia Commons

 

Nel suo discorso, Trump ha elogiato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, chiamandolo affettuosamente “Bibi” e lodandolo per il suo “eccezionale coraggio e patriottismo”. Ha ringraziato Netanyahu per il suo sforzo bellico, sottolineando il successo delle operazioni militari israeliane e definendo le armi fornite dagli Stati Uniti come “le migliori che ci sono”.

 

Il comizio è stato accolto da un’ovazione per il leader israeliano, nonostante le sue disavventure processuali che rischiano di costargli la carriera politica.

 

Trump ha ribadito la sua visione di politica estera, dichiarando di non essere un presidente incline alla guerra, ma di credere che la pace si ottenga attraverso la forza. Ha sottolineato che gli Stati Uniti tutelano i propri interessi nazionali con l’uso della forza quando necessario, inviando un messaggio chiaro ai nemici: gli USA non desiderano conflitti totali, ma non esiteranno a rispondere con decisione se i loro interessi vengono minacciati. Ha poi aggiunto che Israele ha adottato una strategia simile, utilizzando la forza nel conflitto per inviare un messaggio ai suoi avversari in Medio Oriente, in particolare all’Iran, coinvolto nella recente “guerra dei dodici giorni” contro lo Stato ebraico.

 

Il presidente americano ha anche evidenziato il ruolo degli Stati Uniti nel prevenire lo sviluppo di armi nucleari da parte dell’Iran, sottolineando gli attacchi ai siti nucleari iraniani per ritardare l’arricchimento dell’uranio necessario alla costruzione di una bomba atomica.

 

Trump ha poi parlato della fine del conflitto in Medio Oriente, sostenendo che alcuni lo considerano la conclusione di una guerra dalle radici centenarie, se non millenarie.

 

Riguardo alla ricostruzione di Gaza, Trump ha suggerito che sarà finanziata dalla ricchezza dei paesi arabi. Ha inoltre ribadito la sua stima per Israele, lodandone la forte economia e la potenza militare, e ha ricordato di aver riconosciuto Gerusalemme come capitale, spostando l’ambasciata statunitense come gesto di vicinanza allo Stato ebraico.

 

Infine, Trump ha rinnovato il suo sostegno personale a Netanyahu, definendolo uno dei migliori leader in tempi di guerra e chiedendo pubblicamente che gli venga concessa la grazia. Rivolgendosi direttamente a lui, ha detto: “Tu sei una persona molto popolare, Bibi, e lo sai perché? Perché tu sai come vincere”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Instagram
  • Facebook
bottom of page