Roma diplomatica: Abu Mazen in visita
- Maddalena Pareti

- 10 nov
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Il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen è stato in visita a Roma, dove ha incontrato il Capo dello Stato Sergio Mattarella, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Papa Leone XIV. Sono stati oggetto di confronto la questione palestinese, gli sviluppi nella Striscia di Gaza e il futuro del Medio Oriente.

Il leader dell’ANP si è recato a Palazzo Chigi, dove ha avuto un colloquio di circa un’ora con la premier italiana, per poi rilasciare al TG1: «Vogliamo uno Stato palestinese completamente privo di armi. Non tolleriamo che Hamas non sia disarmato. Siamo pronti a ricevere le loro armi e consegnarle a un garante internazionale. Finora Hamas ha rifiutato, ma noi ribadiamo che Hamas deve essere disarmato e non può avere alcun posto nella futura governance palestinese» – aggiungendo l’esigenza di riconoscere Gerusalemme Est come capitale e di garantire l’indipendenza della Palestina con i confini del 1967.
Nel colloquio col Presidente della Repubblica italiana, Abu Mazen ha sostenuto di voler che cessino le ostilità con Israele e che è necessario che lo Stato ebraico e quello palestinese si riconoscano a vicenda, citando gli Accordi di Oslo.
Con la premier Meloni è stato menzionato positivamente il ruolo chiave dell’Italia per la sicurezza, il continuare a sostenere la ricostruzione di Gaza e la necessità di raggiungere una pace che possa essere duratura.
In una nota di Palazzo Chigi è stata riaffermata l’urgenza del riconoscimento di uno Stato palestinese affinché possano cessare le ostilità, premendo sulla necessità di attuare rapidamente il piano Trump e sostenendo che Hamas non potrà avere alcun ruolo relativo al futuro politico della Striscia di Gaza.
L’incontro con Papa Leone XIV è stato il primo faccia a faccia tra i due leader. La Santa Sede aveva già riconosciuto lo stato di Palestina nel 2015, mentre Papa Francesco, durante il suo pontificato, si era pronunciato in favore di una rapida fine del conflitto per alleviare le sofferenze dei popoli della regione.
La visita di Abu Mazen è stata un modo per rendere l’Italia centrale in un processo diplomatico mediorientale, dove però si continua a combattere nella regione, nella quale la parola “pace” non può ancora essere scritta nei libri di storia.





