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Il campo largo convince alle urne, ma ancora una volta vince l’astensione

Le elezioni in Puglia, Campania e Veneto hanno prodotto un quadro che il centrosinistra non vedeva da tempo.

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In Puglia la vittoria è stata netta e ha mostrato che quando l’offerta politica è riconoscibile e credibile, una parte significativa dell’elettorato progressista torna a partecipare. In Campania il risultato è solido, anche se convive con una realtà che molti cittadini vivono sulla propria pelle: servizi fragili, scelte amministrative spesso poco trasparenti, un rapporto con il territorio che negli anni si è logorato. Il consenso c’è, ma porta in sé un richiamo alla responsabilità. Non basta vincere, bisogna dimostrare di saper cambiare ciò che non funziona.

 

Il Veneto dà un segnale diverso, ma forse ancora più rilevante. Sebbene abbia vinto come era prevedibile il candidato leghista, il centrosinistra ha migliorato i risultati, entrando in uno spazio politico che per anni era stato considerato chiuso. Anche il fatto che la regione abbia scelto un presidente giovane ha aggiunto un elemento di rottura. È la prova che in un territorio abituato alla continuità può emergere una domanda di rinnovamento, di sguardi nuovi, di una politica meno arroccata. Ed è un segnale che il centrosinistra dovrebbe leggere con attenzione, perché indica che la partita non è mai completamente scritta. 

Risultati Campania - AleDoc90, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Risultati Campania - AleDoc90, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Risultati Puglia - AleDoc90, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Risultati Puglia - AleDoc90, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Risultati Veneto - AleDoc90, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Risultati Veneto - AleDoc90, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Per quanto positivi siano questi dati, il vero tema è altrove. L’astensionismo continua a divorare la partecipazione democratica. I seggi si svuotano a ogni tornata, e non perché le persone abbiano smesso di avere opinioni o desideri. Si allontanano perché non riconoscono più la politica come uno spazio utile, capace di incidere sulla vita di tutti i giorni. È una ferita aperta che attraversa tutte le regioni, indipendentemente da chi vince.

 

Ciò che significa davvero è che l’intero sistema politico deve cambiare approccio. Non basta comparire in campagna elettorale, non basta replicare slogan, non basta difendersi attaccando l’avversario. Serve un lavoro quotidiano di ascolto, presenza e confronto reale. Le persone vogliono vedere amministrazioni che rispondano ai problemi, che non si chiudano in rituali di potere, che ammettano gli errori e provino a correggerli. Senza questo cambio di paradigma, nessuna vittoria sarà duratura.

 

Il centrosinistra grazie al campo largo ha ottenuto la fiducia della Campania e della Puglia, tenendo testa alla maggioranza di governo e battendola ai seggi. Tutto questo però ha senso solo se diventa l’inizio di un nuovo modo di stare nella società. Senza una politica che rimetta i cittadini al centro e li renda protagonisti, il futuro sarà segnato da un’astensione ancora più profonda. E a quel punto nessun risultato potrà dirsi davvero una vittoria.

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