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Le conseguenze demografiche del sionismo imperialista

Tralasciando la narrazione di fatti di cronaca sull'attacco israeloamericano all'Iran e dando per nota la guerra di annessione di Palestina e palestinesi da parte di Israele, ci si vuole interrogare sugli effetti demografici in medio oriente e in Europa, delle politiche dei governi di estrema destra.

 

Da anni la destra estrema europea ha come principale cavallo di battaglia il controllo delle frontiere, il respingimento degli immigrati, la rinegoziazione dei termini per l'ottenimento dello status di rifugiato, la creazione di prigioni per immigrati al di fuori del suolo europeo (c'è chi li fa in Albania, come l'Italia, chi li preferisce in Africa come l'UK).

 

Elementi di manifesta xenofofobia ed islamofobia in buona parte dei partiti e dei governi di destra, che hanno perso la loro intrinseca immoralità diventando invece veri e propri fattori identitari.

 

Ebbene queste stesse forze politiche che vorrebbero un'Europa più bianca e giudaico-cristiana sono quelle che supportano la soluzione finale di Netanyahu nei confronti della Palestina: la totale annessione ad Israele e l'espulsione di milioni di palestinesi; espulsione dei sopravvissuti agli hunger games di Gaza e alle angherie degli ebrei ortodossi in Cisgiordania.

 

Tralasciando giudizi politici e morali su questa direzione (per i sensi di colpa e vergogna comune, i palestinesi attendano semmai le prossime generazioni), ciò che si può notare è l'enorme mancanza di coerenza tra delle politiche che vorrebbero evitare ondate migratorie irregolari sul continente europeo, e azioni politiche che sostanzialmente generano effetti opposti.

 

Che ne sarà dei superstiti di Gaza? Oltre 2 milioni di futuri rifugiati cacciati via dalla Palestina, dove andranno? Rumors parlano di Egitto e Libia. Anche perché il Libano, caldo di bombardamenti israeliani ne accoglie già oltre 400mila ovvero più del 10% della popolazione del paese.

 

La Giordania, stato praticamente fantoccio di Israele (soprav)vivono altri 2.4 milioni di palestinesi in accampamenti di fortuna. L'Arabia Saudita ne accoglie circa 200mila e l'Egitto, secondo le stime, meno di 100mila.

 

Sono oltre 200mila i palestinesi rifugiati in UE, e queste cifre sono certamente destinate ad esplodere come conseguenza del supporto europeo alle politiche di Netanyahu.

 

L'Europa, che già conta oltre 6 milioni di arabi tra i suoi cittadini, sarà pronta a gestire ondate migratorie di persone che hanno perso tutto anche grazie al supporto finanziario, militare e politico europeo dato al governo sionista?

 

Quali saranno le conseguenze psicologiche e sociali dell'arrivo di milioni di rifugiati in Libia ed Egitto? Davvero l'Europa pensa che queste persone potranno restare in baraccopoli nel deserto per sempre?

 

Appare paradossale come le destre europee se davvero volessero perseguire le loro stesse politiche, dovrebbero essere le prime a supportare la causa palestinese e a fare il possibile per la stabilità geopolitica nel medio oriente. O forse in realtà tutto trova un senso: trasformare un pericolo potenziale in pericolo reale in modo da autoalimentare la spirale della xenofobia.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Forced_Displacement_of_Gaza_Strip_Residents_During_23-25..jpg
Jaber Jehad Badwan, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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