Gli sbandati hanno perso: tanto noi la pace l'abbiamo già persa
- Maddalena Pareti

- 17 giu
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Dopo le minacce dell’Iran di attaccare le basi americane in Medio Oriente, l’agenzia di stampa britannica Reuters riporta che gli Stati Uniti hanno riposizionato la portaerei USS Nimitz. Contemporaneamente, sono stati trasferiti trentuno aerei da rifornimento in Europa per fornire al presidente Donald Trump l’opzione militare di entrare direttamente in conflitto con la Repubblica Islamica, qualora l’escalation tra Iran e Israele dovesse intensificarsi. La Nimitz può ospitare 5.000 persone e oltre 60 aerei, inclusi jet da combattimento.
Nel frattempo, il senatore democratico della Virginia Tim Kaine ha presentato un disegno di legge per richiedere al presidente Trump l’autorizzazione del Congresso prima di ordinare attacchi militari contro l’Iran, dichiarando: “Non è nel nostro interesse di sicurezza nazionale entrare in guerra con l’Iran, a meno che tale guerra non sia assolutamente necessaria per difendere gli Stati Uniti”.
Il senatore americano Bernie Sanders ha accusato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di aver provocato il conflitto con l’Iran assassinando il principale negoziatore nucleare iraniano e ha sostenuto che gli Stati Uniti dovrebbero astenersi da questa guerra, sia militarmente che finanziariamente, nonostante stiano già sostenendo Israele con forniture di armi e collaborando con l’intelligence britannica.
Axios, citando fonti diplomatiche, ha riferito che gli Stati Uniti hanno informato i loro alleati in Medio Oriente che interverrebbero militarmente solo se la Repubblica Islamica attaccasse direttamente le forze statunitensi. Secondo Axios, gli Stati Uniti si aspettavano che gli alleati notificassero all’Iran il messaggio di Washington, invitandolo a non colpire forze o interessi americani nella regione.
Iran International riporta che la Repubblica Islamica ha chiesto a Qatar, Arabia Saudita e Oman di convincere Trump a fare pressioni sul premier Netanyahu per un cessate il fuoco immediato, poiché Israele ha raggiunto la supremazia aerea sull’Iran, che continua a subire bombardamenti incessanti, uno dei quali ha colpito in diretta la sede centrale dell’emittente televisiva statale IRIB a Teheran.
Sul fronte diplomatico, in una telefonata congiunta con i ministri degli Esteri di Francia, Regno Unito, Germania e il capo della politica estera dell’Unione Europea, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha invitato i paesi occidentali a condannare l’attacco di Israele alla Repubblica Islamica, sostenendo che l’Iran ha il diritto di difendersi in modo proporzionale agli attacchi subiti.
Secondo i24News, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth ha ordinato preparativi per la possibilità che gli Stati Uniti si uniscano all’operazione israeliana in corso contro l’Iran, se il presidente Trump dovesse dare il “via libera”. Il rapporto aggiunge che i funzionari del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) supportano il coinvolgimento americano nella guerra contro la Repubblica Islamica, ma diversi alti funzionari dell’amministrazione Trump si oppongono a questa mossa.
Dopo che nei giorni precedenti Trump aveva ipotizzato che il presidente russo Vladimir Putin potesse mediare tra Israele e Iran, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ribadito la disponibilità della Russia a mediare per porre fine al conflitto, confermando l’offerta di immagazzinare uranio iraniano sul proprio territorio.
Tra guerra e, per ora, inefficaci tentativi diplomatici, i primi a subire le conseguenze dell’inettitudine dei politici restano i civili, vittime sacrificali di disegni strategici basati su ideologie radicali.






