La narrazione mistificante e opportunistica può alleggerire le coscienze, ma non cambia le cose.

Non ho la minima paura dei proiettili o delle granate, temo solo la grande solitudine interiore, ho paura di perdere la fede nell’umanità, in me stesso, nel bene che esiste nel mondo (Franz Blumenfeld ottobre 1914)

I deportati del campo di concentramento di Natzweiler erano ebrei, gitani, gay, oppositori politici… “notte e nebbia”.

Come lo spieghiamo ai bambini di Gaza e ai nostri figli che uno Stato di diritto può impunemente affamare e bombardare, mutilando e uccidendo migliaia di innocenti?

La vicenda ruota attorno all’uccisione di una ragazzina, parla di una complessa ricerca dell’identità, di stereotipi di genere, delle insidie della rete.

Gli Europei sono cresciuti all’ombra di un sogno: di libertà, uguaglianza, fraternità. Era il sogno dei padri costituenti, il sogno europeo.

Ricordare il ruolo tradizionalmente attribuito alle donne in tutto il mondo, può contribuire a proteggerne le recenti, fragili conquiste.

Raisa, Anna e Mădălina, di origini straniere, si raccontano, raccontano la storia delle loro famiglie, com’è, per loro, vivere in Italia.

Ecco, questo intendo per “aiutare i ragazzi”. La controindicazione è però che servono grandi risorse, umane e finanziarie.