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Guerra e pace: summit a Berlino

«Per la prima volta dall'inizio della guerra, un cessate il fuoco sembra ora possibile. Vogliamo procedere lungo il cammino verso la pace insieme agli ucraini, ai nostri partner europei e agli Stati Uniti. Credo che oggi, a Berlino, stiamo compiendo un importante passo avanti su questa strada», ha scritto il cancelliere tedesco Friedrich Merz su X, mentre nella capitale tedesca si sono riuniti leader europei, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, i vertici NATO e i rappresentanti statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner per discutere del piano di pace per l'Ucraina, dilaniata dalla guerra dal 2022.

Number 10, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Number 10, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Il quotidiano tedesco Bild afferma che l'obiettivo è «fornire all'Ucraina garanzie di sicurezza robuste e misure di supporto per la ricostruzione economica nel contesto di un accordo per porre fine alla guerra».

 

Il piano di pace dovrebbe prevedere una forza multinazionale formata da contributi di nazioni volontarie sostenute dagli Stati Uniti, i quali hanno proposto garanzie di sicurezza simili all'articolo 5 della NATO, che recita: «Le Parti convengono che un attacco armato contro una o più di loro in Europa o in Nord America sarà considerato un attacco contro tutte». Si specifica però che le parti interverranno con l'azione che riterranno necessaria, compreso l'uso della forza, rendendo l'utilizzo delle forze armate degli alleati più un'opzione che un vincolo formale.

 

I leader europei hanno concordato che, in caso di accordo di pace, verrà fornito supporto per rafforzare le forze armate ucraine, con una forza permanente di 800.000 soldati in tempo di pace, al fine di ottenere una deterrenza credibile per la difesa del territorio nazionale.

 

È stata proposta anche l'introduzione di un meccanismo per monitorare e verificare il rispetto di un cessate il fuoco organizzato con partecipazione internazionale, per individuare violazioni e rispondere di conseguenza, riportando la situazione in una sfera di de-escalation. Gli europei stanno inoltre pianificando un obbligo legalmente vincolante per il ripristino della pace e della sicurezza in caso di attacco armato all'Ucraina, includendo «dispiegamento di forze armate, intelligence e supporto logistico, nonché misure economiche e diplomatiche», senza specificare se gli eserciti dei paesi dell'Unione Europea interverranno direttamente, nonostante l'adesione dell'Ucraina all'UE sia fortemente sostenuta.

 

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che, pur essendo la situazione complessa, il conflitto è più vicino che mai a una tregua e che l'amministrazione statunitense sta lavorando con l'Europa per concordare garanzie di sicurezza che impediscano un nuovo scoppio delle ostilità in futuro.

 

L'idea di una forza multinazionale nei paesi coinvolti – ossia la «Coalizione dei volenterosi» – rimane un tema controverso: è sostenuta unicamente dall'opinione pubblica britannica, che considera la Russia un nemico, al contrario di altri paesi come Francia, Germania e Polonia, che non appoggiano l'invio di contingenti militari nazionali sul suolo ucraino, allarmati dalla possibilità di uno scontro diretto con la Federazione Russa.

 

Nonostante il cauto ottimismo, la capo del Secret Intelligence Service del Regno Unito, Blaise Metreweli, ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene che il presidente russo Vladimir Putin non abbia intenzione di chiudere il conflitto nel breve periodo, se non a condizioni favorevoli al Cremlino, aggiungendo che il sostegno all'Ucraina non ha come unico fine quello di preservare la pace in Europa, ma soprattutto la stabilità globale.

Fonti:

 

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