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Non possiamo restare a guardare. In piazza contro il decreto sicurezza

Oggi, sabato 31 maggio, alle 14 scendiamo in piazza a Roma per dire no a un decreto che minaccia diritti fondamentali e libertà civili. Il nuovo “pacchetto sicurezza”, approvato dalle Camere grazie alla fiducia, rappresenta un salto di qualità nella repressione del dissenso e nella criminalizzazione della povertà, dei migranti e delle proteste sociali. Uniamo le nostre voci per respingere una deriva securitaria che punta a governare con la paura e la forza.

 

Il decreto introduce 14 nuovi reati e 9 nuove aggravanti. Chi blocca strade o ferrovie rischia fino a 2 anni di carcere se in gruppo, e fino a 1 mese o multa fino a 300 euro se agisce da solo. Il danneggiamento durante manifestazioni con minacce o violenza viene punito con fino a 5 anni di reclusione e multa fino a 15.000 euro. Un’aggravante ad hoc colpisce chi si oppone alla realizzazione di infrastrutture strategiche, come nel caso delle lotte No Tav o No Ponte.

 

Nel mirino anche eco-attivisti: reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa fino a 12.000 euro in caso di beni pubblici colpiti e recidiva. Se l’intento è ledere l’onore di un’istituzione, la pena sale fino a 1 anno e 6 mesi. Con il nuovo Daspo urbano, il questore può allontanare anche chi è solo stato denunciato negli ultimi 5 anni per reati contro la persona o il patrimonio.

 

Sul fronte sociale, viene introdotto il reato di occupazione arbitraria di immobili a uso abitativo, con pene da 2 a 7 anni. Più severo anche l’impiego di minori nell’accattonaggio: ora punito fino a 5 anni, con soglia estesa ai 16 anni. Per le rivolte nei CPR e nelle carceri si prevedono fino a 8 anni in caso di organizzazione o promozione.

 

Il decreto colpisce anche i migranti: per acquistare una sim telefonica, un migrante dovrà presentare un documento d’identità, non più il permesso di soggiorno come previsto dal ddl in precedenza. Si estende a 10 anni il tempo utile per revocare la cittadinanza dopo una condanna per reati gravi. Le Ong che soccorrono in mare potranno essere perseguite secondo le norme del codice della navigazione. Sul fronte cannabis, viene vietata la vendita e distribuzione delle infiorescenze non mediche, anche in forma essiccata.

 

Più tutele per la polizia e i militari in servizio. Gli agenti di polizia in servizio saranno dotati di bodycam (un dispositivo di registrazione audio, video e fotografico). Gli agenti e militari indagati o imputati per abusi avvenuti durante il servizio non saranno sospesi, e lo stato sosterrà le loro spese legali, fino a 10.000 euro per ogni fase del procedimento.

 

Non possiamo restare a guardare. Questo decreto non garantisce sicurezza, ma restringe libertà, inasprisce le disuguaglianze, colpisce chi è più fragile. La piazza di oggi è un appuntamento fondamentale per dire che la sicurezza non può essere costruita a colpi di Codice penale. Serve giustizia, non repressione.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Police_officers_waiting_at_a_street_barricade_behind_syntagma_square.jpg
Eric Vernier, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons


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