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Navi israeliane intercettano la Global Sumud Flotilla

La Global Sumud Flotilla è stata intercettata dalle forze navali israeliane mentre cercava di raggiungere la Striscia di Gaza con un carico di aiuti e centinaia di attivisti a bordo. Alcune imbarcazioni sono state abbordate e condotte in porti israeliani, altre risultano ancora circondate da diverse navi da guerra. Le comunicazioni radio sono state disturbate e in parte oscurate. Israele parla di una misura necessaria a tutelare la “sicurezza nazionale” e a difendere il blocco navale imposto sulla Striscia, ma si tratta di un’azione di forza ingiustificabile contro una missione umanitaria civile e pacifica, per di più in acque internazionali.

 

La marina italiana, che fino alla notte aveva scortato la Flotilla, si è fermata al limite delle 150 miglia nautiche da Gaza, lasciando il convoglio senza protezione. La decisione del governo è stata duramente criticata a causa del disimpegno che ha favorito l’intervento illegittimo israeliano.

 

Le notizie dell’abbordaggio hanno provocato una reazione immediata in diverse città italiane. A Napoli gli studenti hanno occupato l’Università Federico II e l’Orientale, trasformandole in centri di mobilitazione permanente. Centinaia di persone hanno bloccato i binari della stazione centrale paralizzando i collegamenti ferroviari. A Roma e Milano presidi e cortei hanno riempito piazze e stazioni, con slogan che chiedono la liberazione delle navi e dei loro passeggeri. CGIL e USB hanno annunciato uno sciopero generale entro la settimana, mentre altre associazioni e collettivi rilanciano mobilitazioni in tutto il paese. “Se la flotilla viene fermata, fermiamo il Paese” è lo slogan che accompagna la missione umanitaria della Sumud Flotilla.

 

Lo scenario attuale è desolante, seppur prevedibile. Israele ha colpito ancora una volta una missione di solidarietà internazionale, mostrando la volontà di mantenere inalterato il blocco illegale su Gaza. La risposta che arriva dalle università, dalle piazze e dalle stazioni italiane segna però un segnale di rottura, sono la richiesta di un sostegno concreto alla popolazione palestinese e di una condanna netta delle politiche di Tel Aviv da parte del Governo che ormai non può più restare in silenzio.

Brahim Guedich, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons
Brahim Guedich, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

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