Meloni al Meeting di Rimini: il racconto di un'influencer
- Maddalena Pareti

- 29 ago
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Trovo il discorso di Meloni al Meeting di Rimini preoccupante, perché pone le basi per un culto della personalità in chiave contemporanea.
Marracash scrive: “Da politici sempre più simili a influencer / finché non candideranno loro direttamente”, descrivendo il cambiamento delle campagne elettorali e il rischio che noi elettori ci lasciamo ammaliare dal “capo”, dimenticando cosa significhi vivere in democrazia.
Nel discorso, Meloni cita spesso l’Italia astutamente, osservando i predecessori come Berlusconi e Renzi, che ponevano il loro nome al centro del progetto politico anziché il paese.
Il vuoto comunicativo lasciato da Chiara Ferragni (sì, aveva un potere enorme) è stato colmato dai post su Instagram di Meloni con sua figlia, mostrando una madre premurosa, come faceva l’influencer, per empatizzare anche con i suoi detrattori, che ne rimangono, nonostante tutto, affascinati. Il rischio è dimenticare che lo Stato è sorretto dal popolo e dalla responsabilità di ciascuno, e lasciare dunque totale fiducia al leader che sembra raccontarsi in modo più lontano dalla quotidianità possibile.
Reduci dal fenomeno Ferragni, dovremmo saper distinguere le favole dalla realtà, ma evidentemente cerchiamo ancora nei nostri punti di riferimento un racconto mistificato e falso, forse perché, sotto sotto, la deresponsabilizzazione civile a noi sta bene. E quindi finiamo per ammirare una leader che parla di identità nazionale, ma che simpatizza con leader quali Orban e Trump, tutt'altro che democratici, che sono prodotto di una società che vede la democrazia come un ostacolo per il benessere individuale, e predilige rinunciarvi per continuare a svolgere il ruolo del piccolo consumatore di beni superflui.
Con Meloni rischiamo seriamente di barattare lo Stato democratico per continuare a vivere nell'opulenza, questo per evitare di sentire quanto le nostre società siano vuote e infantili.
"Li odio perché riescono ad andare su Marte / ma non a far la cura, la sclerosi al mio amico" scrive sempre Marracash, e questo dispendio di risorse, con una sanità al collasso e la privatizzazione della stessa, sarà sempre più accentuata nei prossimi anni perché, sfortunatamente, non sappiamo scegliere i giusti rappresentanti.






