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Non esistono statistiche che non possono essere manipolate

Del mio viaggio nella Renania Palatinato, Land del sudovest della Germania, tra i vigneti, le foreste del Pfalz e la bellissima Valle della Mosella, mi è rimasto impresso un piccolo particolare durante una chiacchierata con un viticoltore di Zell nella Mosella. Si trattava di un piccolo produttore con 3 ettari di vigneto e un aiutante pagato 24 euro l’ora.

 

Praticamente il doppio di quanto più o meno guadagno io che sono operaio con un discreto inquadramento contrattuale nel CCNL della chimica e un’anzianità di servizio di oltre 20 anni. Riflettendo su questa cosa, quasi mi veniva voglia di rimanere lì e cambiare vita. Ma il punto non è questo, ovviamente.

 

Non avendo l’abitudine di spegnere il cervello durante le vacanze, quest’episodio mi ha dato lo spunto per diverse riflessioni. Fare il punto sulla situazione retributiva dei lavoratori in Italia, che è ben diversa da quanto propagandato da questo (e non solo) Governo, che si vanta dei risultati numerici sull’occupazione senza soffermarsi sulla qualità di questa occupazione. Inoltre, ma il discorso è strettamente collegato, considerare quanto i numeri statistici siano manipolabili, e di fatto vengono manipolati, dalla politica e dall’informazione solidale a questo sistema di potere.

https://pixabay.com/illustrations/ai-generated-oil-rig-workers-sea-8675585/

Esempio di come si possono manipolare i numeri in maniera strumentale è la percentuale in crescita degli attivi sul totale della popolazione occupabile che comprende chi ha lavorato anche un giorno nel mese solare. In ogni caso non si tiene conto per nulla della qualità dell’occupazione, della quantità di contratti precari e sottopagati, del fatto che questa crescita sia dovuta soprattutto ai sessantenni che non possono ancora andare in pensione grazie anche alla Legge Fornero che qualcuno aveva promesso di abolire. Se poi a questo numero fosse affiancato quello sulla crescita dei salari nell’ultimo trentennio, che vede l’Italia in fondo alla classifica dei Paesi europei, e la percentuale dei lavoratori poveri, forse si potrebbero spegnere del tutto i facili entusiasmi.

 

Proprio pochi giorni fa il Sole 24ore, giornale di Confindustria, ci ha allietato con la notizia che il PIL pro capite dell’Italia avrebbe superato quello del Regno Unito. Anche prendendo per buoni questi numeri, che sembra dipendano anche dalla maggiore crescita demografica nel Regno Unito (quindi lì la torta del PIL sarebbe divisa tra più persone), quale vantaggio ne può avere la popolazione se non si traducono in un miglioramento del benessere generale? E meno male che questo dato non è stato (ancora) manipolato da questo Governo in carica, la cui Presidente del Consiglio tempo fa si vantava che, con lo Spread inferiore alla soglia dei 100 punti, il debito pubblico italiano costasse meno di quello tedesco. Oppure, ancora peggio, che la pressione fiscale in Italia fosse aumentata perché erano migliorati i numeri dell’occupazione, cioè sarebbe aumentata la base imponibile! Qui siamo ben oltre la manipolazione, nella pura falsità o, peggio, ignoranza. Per superare la Germania in termini di costo del debito, lo spread dovrebbe essere negativo. Non parliamo poi della pressione fiscale, il ragionamento della premier mostra la totale ignoranza di conoscenze basiche di come funziona l’economia. Peccato che, in quell’occasione, non ci sia stato alcun contraddittorio da parte del giornalista, usanza a cui i politici tendono a sottrarsi sempre di più e non solo per colpa loro.

 

Ma questi sono esempi estremi e anche un po’ pacchianamente truffaldini di manipolazione dei numeri. In realtà, per quanto far sfoggio di cifre possa far credere di dare oggettività alle proprie argomentazioni, non c’è nessuna statistica, nessun dato numerico, apparentemente così freddi e asettici, che ci possano dare una visione oggettiva della realtà se non si considerano il contesto e le finalità con cui vengono utilizzati e manipolati, anche a fin di bene. E questo perché la realtà non si può interpretare solo in termini numerici o matematici, purtroppo è molto più complessa di quanto sembri.

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