“Maschio” di Annalisa. Una nube che dissolve i ruoli
- Dario Codelupi
- 3 giorni fa
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Il nuovo singolo di Annalisa, Maschio, si impone come uno degli eventi musicali più discussi e rilevanti del panorama della musica italiana del 2025, capace di accendere il dibattito sul ruolo del maschio nella società e nel pop italiano.

Una nube che dissolve i ruoli
Maschio si presenta come un brano dal testo stratificato e provocatorio. Annalisa racconta la storia di una donna che si annulla per amore, anche quando non viene ricambiata o addirittura ignorata per orgoglio. Tuttavia, il cuore del brano non è solo la relazione tossica, ma la riflessione sui ruoli di genere e sui doppi standard che ancora permeano la società.
La cantante si immagina “se fosse un maschio”, dichiarando che si venderebbe per tutto, per zero, anche solo col pensiero. Questa inversione di prospettiva mette in luce come gli uomini possano desiderare, vendersi, piangere senza subire il giudizio che spesso colpisce le donne. Il verso anche un maschio a volte piange apre alla possibilità di una mascolinità vulnerabile, capace di emozioni autentiche, ma spesso costretta a reprimerle per conformarsi ai modelli patriarcali, dimostrando che anche il maschio è vittima del binarismo e del sessismo culturalizzati.
Annalisa stessa definisce la canzone come «una nube, una dimensione onirica in cui le cose come le conosciamo si disfano, si invertono, si dissolvono e si ricompongono. Un luogo della mente in cui riesco ad immaginare di essere ciò che non sono. Mi osservo come dall’esterno ad interpretare quel ruolo e mi compiaccio nel prendere possesso di un nuovo corpo. Mi diverto. Mi allargo.»
Interpretazione del maschio
Il maschio non è solo oggetto di desiderio o antagonista, ma diventa un ruolo da indossare, un’identità da esplorare. Annalisa dipinge il maschio nei suoi lati imperfetti, che alle volte diventano patologici, della relazione: vanitoso, suscettibile, passionale, permaloso, volubile, disinteressato, orgoglioso, apatico, pigro e incapace di risolvere da solo i propri problemi. Tuttavia, questa rappresentazione non è una semplice critica, ma un modo per mostrare che le fragilità e le contraddizioni non sono appannaggio di un solo genere.
Il brano gioca con la cultura popolare, sottolineando come le scelte del genere maschile siano sempre considerate accettabili, mentre quelle del genere femminile o altro vengano giudicate con maggiore severità. Annalisa si inserisce così in una tradizione di canzoni che ribaltano i ruoli, da If I Were a Boy, divenuta famosa con Beyoncé, a Running Up That Hill di Kate Bush, ma con una cifra tutta italiana e personale.
Videoclip provocante
Diretto da Giulio Rosati, il video alterna scene intime a momenti più energici e collettivi, utilizzando un’estetica ipnotica e sognante che richiama la dimensione onirica. Il videoclip di Maschio ha avuto un ruolo centrale nella scena pubblica. Alcune sequenze sono state interpretate da gruppi conservatori come allusive o addirittura blasfeme, soprattutto per la presenza di riferimenti a Gesù e Maria e per la rappresentazione di figure considerate ambigue. Nel video, Annalisa gioca con l’ambiguità di genere e con simboli religiosi, rafforzando il messaggio di fluidità e di messa in discussione della tradizione.
La scelta di Annalisa di apparire in diverse versioni di sé – prima come la conosciamo, poi in una rappresentazione maschile – è fondamentale: il suo look mascolino, con capelli corti, tatuaggi finti e abiti in stile vecchia Hollywood, diventa simbolo visivo della riflessione sul ruolo del maschio. Questo travestimento è un vero e proprio strumento narrativo che permette all’artista di «prendere possesso di un nuovo corpo» e interrogarsi su quanto cambierebbero azioni e giudizi se fosse un uomo.
Importanza nel panorama musicale italiano
Nel panorama italiano l’industria musicale soffre di un persistente gender gap, con una predominanza maschile sia tra gli artisti che nei ruoli decisionali, e una stereotipizzazione che limita le donne e le persone con identità di genere non conformi.
Maschio segna un nuovo corso artistico per Annalisa, che fonde sonorità anni ’70-’80 con una produzione elettronica moderna, mantenendo un equilibrio tra nostalgia e innovazione. Il brano ha subito conquistato le classifiche, con quasi 2 milioni di streaming su Spotify nei primi giorni e un’alta rotazione radiofonica. Annalisa si conferma così una delle artiste più influenti della scena italiana, capace di affrontare temi complessi con leggerezza pop e profondità autoriale. Il suo successo si inserisce in un percorso che l’ha già vista premiata a livello internazionale e nazionale, diventando la donna con più copie vendute nell’era FIMI.
Risposta della comunità
La risposta del pubblico è stata polarizzata. La comunità queer ha accolto con entusiasmo il brano, riconoscendone la capacità di mettere in discussione i confini di genere e di offrire una rappresentazione alternativa della mascolinità e della femminilità. D’altra parte, non sono mancate le critiche, soprattutto da parte di ambienti conservatori e religiosi, che hanno accusato Annalisa di blasfemia e di promuovere messaggi contrari alla tradizione cattolica. Alcuni hanno visto nel testo e nel video una provocazione gratuita, altri un attacco ai valori tradizionali.
Conclusione
In conclusione, Maschio sottolinea la domanda centrale nel dibattito di genere: «Quanto differente può essere la stessa azione, la stessa frase, lo stesso pensiero, nei panni di un lui?»