Con l'abrogazione dell’abuso d'ufficio, inserendone e sostituendone al suo posto il peculato per distrazione, vi sarà, come misura compensativa, l’amnistia per circa 4 mila condannati che avranno la pena annullata. L'abuso d’ufficio, quale reato spia capace di potenziare persino la lotta alle mafie, andava rivisto in qualche dettaglio, modificato, ma non annullato. L’Italia è ancora un paese troppo ed esageratamente corrotto per potersi consentire un lusso del genere o di tale portata. Oggi si ruba di più e addirittura senza potersene o volersene vergognare, direbbe qualche avveduto magistrato. Non possiamo consentirci di annullare importanti leggi dello Stato e dare la possibilità a chiunque di poter abusare anche nell’ambito di pubblici concorsi, del malaffare e non solo.
Con il governo Meloni il rischio che la corruzione aumenti sarà enorme sulla base dei provvedimenti finora adottati: rivisitazione, in negativo, delle intercettazioni telefoniche e ambientali – con limiti alle intercettazioni fino a 45 giorni, cosicché l’indagato potrebbe delinquere anche al 46esimo giorno senza subirne più l'importante provvedimento ossia l'intercettazione – perché senza di esse molti reati resteranno e resterebbero impuniti; separazione delle carriere – con due consigli superiori della magistratura: l’uno requirente, l’altro giudicante – con la certezza, quasi assoluta, di sottoporre il pubblico ministero alle dipendenze dell’esecutivo al fine di non poter più esercitare, da parte dell'accusa, le doverose indagini, se ve ne fosse bisogno, a carico del Presidente del Consiglio, considerato un intoccabile all'interno del Sancta Sanctorum; abrogazione del traffico di influenze illecite; l'improvvido tentativo, fortunatamente fallito qualche mese fa, di eliminare il concorso esterno in associazione mafiosa; rivisitazione, in negativo, della carcerazione preventiva ossia custodia cautelare, eliminandone la reiterazione di reato e lasciandone in vita soltanto il pericolo di fuga e l'inquinamento delle prove. Non si ravvisa, però, nessun adeguato provvedimento, davvero necessario, in riferimento alla riduzione del sovraffollamento delle carceri.
Che la giustizia in Italia non funzioni benissimo è un dato di fatto, ma depenalizzare tutto e tutti mi sembra davvero un po’ troppo rispetto a un paese, o meglio parte di esso, che della corruzione ne ha fatto spesso un consapevole vessillo più che un baluardo rispetto al quale potersi, adeguatamente, difendere. Basterebbe leggersi gli atti giudiziari, i provvedimenti adottati e la storia giudiziaria, anche recente (sistema ligure) del nostro paese per potersene fare una ragione. Essere garantisti non significa depenalizzare tutto e tutti, ma rendere, quantomeno a mo' di auspicio, la giustizia uguale per tutti. Spesso, purtroppo, non lo è e forse non lo sarà mai, ma il cittadino ha l'obbligo di esercitare qualsivoglia azione di moral suasion, nel novero del lecito, affinché gli stessi politici eletti possano legiferare misure giuste e adeguate al fine di non determinarne la generica impunità.