Bruxelles novembre 2024. Approvata per il rotto della cuffia la nuova commissione europea.
Ma da festeggiare c’è davvero poco: si tratta della commissione con il minore consenso di sempre, con 370 voti, appena il 51% degli europarlamentari; non sono nemmeno chiari quali siano gli schieramenti politici che la sostengono, visto che in quasi in tutti i blocchi politici europei ci son state defezioni rispetto ai diktat ufficiali. Il risultato visto con gli occhi italiani ha davvero del paradossale con i parlamentari di FdI e Forza Italia che han votato insieme alla quasi totalità del Partito Democratico, e le opposte fazioni di Lega Nord, 5 stelle e Verdi e sinistra che han votato contro (spaccando il partito dei verdi europei i cui altri rappresentanti hanno invece votato a favore). Difficile non immaginare un tacito patto di non belligeranza tra PD e FdI, visto che sia per maggioranza che per opposizione non c’è stata una posizione unanime, con il risultato, il classico paludismo politico, che il governo italiano contemporaneamente appoggia e rinnega la nuova commissione.
La nascita di Ursula II ha subito un forte travaglio sia a causa della candidatura estremamente divisiva del commissario italiano, Fitto, un (ex) democristiano prestato ai postfascisti, con livello di inglese dimostratosi pari ai suoi risultati nella gestione del PNRR nazionale; sia a causa della candidatura spagnola di Teresa Ribera, braccio destro di Sancez in Spagna ed estremamente osteggiata da destra ed estrema destra spagnola (non a caso i rappresentanti spagnoli del PPE han votato contro il partito di provenienza della stessa Von der Leyen).
La zuppa di pesce della nuova commissione sembra un frutto estremo del manuale Cencelli applicato su scala continentale, dove sinceramente non è affatto chiaro fare alcun pronostico su tenuta né su efficacia, visto che si è portato a livelli parossistici il concetto di grande coalizione.
I motivi del mapazzone politico sono molto più chiari tuttavia, delle componenti della stessa coalizione: tenere fuori le destre (e le sinistre) estreme e serrare i ranghi della babele europea alla luce dei risultati elettorali americani, delle guerre in medio oriente e con la Russia.
E così, mentre la Germania invita i propri cittadini a costruire bunker, il Belgio organizza per gennaio 2025, una campagna informativa a tappeto su come prepararsi ad una guerra nucleare. Mentre i democratici americani son stati sonoramente sconfitti dal populismo semplicistico trumpiano; mentre il genocidio palestinese continua, e si riacuisce il conflitto siriano, fa quasi tenerezza pensare che questa nuova commissione “così piccola, e fragile” come cantava Drupi, sia lo strumento più forte che noi europei abbiamo per affrontare l’inverno in arrivo, e non si parla solo di quello climatico.