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La "nuova" commissione Ursula, meno verde, meno ambiziosa, meno ottimista

Le nomine dei nuovi commissari europei scelti da Von del Leyen sembrano rispecchiare una distorsione democratica "alla francese", visto che, cosi come in Francia Macron ha dato vita a un governo dei non eletti, anche in UE i candidati commissari non rispecchiano affatto il peso che i partiti hanno ottenuto alle elezioni dello scorso giugno. Infatti circa il 51% dei commissari proposti viene dalle fila del PPE quando in realtà i Popolari hanno ottenuto solo il 26% dei voti alle Europee 2024.

La nuova commissione europea Ursula von der Leyen
European Parliament, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Grandi escluse dalla coalizione di governo sono "le estreme destre", fatta eccezione per l'Italia con il ministro Fitto, premiato probabilmente per incompetenza, visto che soltanto il 25% dei fondi del PNRR sono stati effettivamente spesi e non si capisce come l’Italia possa aver designato lui come commissario alle riforme e alla coesione.

 

Incerto appare il futuro del Green Deal europeo, seppur di facciata difeso dalla commissaria socialista spagnola Teresa Ribera, verrà picconato a destra (letteralmente) e a manca con la scusa del mantenere viva la competitività dell’industria europea.

 

La nuova commissione parla molto di difesa e di Ucraina con la scelta di candidature identitarie dei piccoli baltici Lituania ed Estonia, a capo, rispettivamente, di difesa e di politica estera, e censura ogni posizione anche timidamente assertiva verso il genocidio palestinese. Non resta che vedere come il parlamento voterà queste nomine visto che potrebbero esserci ancora soprese.

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