Bonus Nido 2025: il mistero della domanda in lavorazione e l’arte zen dell’attesa
- Samantha Leone

- 12 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Ognuno ha i suoi riti mattutini: c’è chi medita, chi corre, chi legge il giornale davanti al suo caffè. E poi ci sono io che, per iniziare bene la giornata, ogni mattina apro il sito dell’INPS per controllare lo stato della mia domanda del Bonus Nido. E ogni mattina mi deprimo: “In lavorazione”.
Un mantra in pratica.

Il Bonus Nido: una buona idea… in teoria
Lo scopo del Bonus Nido è apprezzabile: aiutare le famiglie a sostenere i costi, non proprio simbolici, dell’asilo nido. Un contributo concreto, pensato per chi lavora, per chi prova a conciliare famiglia e carriera, o per chi, semplicemente, vuole sopravvivere alla prima infanzia con un minimo di dignità economica.
Ogni anno, migliaia di genitori attendono con il fiato sospeso l’apertura della piattaforma per presentare la domanda. Quest’anno l’apertura è arrivata con qualche giorno di ritardo. Ma pazienza, ci sta. In fondo, le cose belle si fanno aspettare.
Poi finalmente arriva il giorno di apertura dello sportello e io, diligente come pochi, subito mi catapulto sul sito che però era -ovviamente- bloccato dalle troppe presenze in contemporanea. Ok, ci riprovo dopo. Niente, alla fine mi arrendo e invio la mia domanda il giorno dopo l’apertura. Neanche il tempo di entrare sul sito, che già avevo caricato tutto: documenti in ordine, ricevute pronte, IBAN e dati controllati minuziosamente.Insomma, tutto perfetto pensavo mentre, me misera me tapina, sottovalutavo la folle macchina burocratica.
Due mesi dopo: lo zen e l’arte della domanda INPS
Sono passati quasi due mesi da quel giorno. E la mia domanda? Ancora lì. Ferma. Immobile. In quello stato etereo che il portale INPS chiama “in lavorazione” e che io ormai associo al concetto di immobilismo esistenziale.
Ma cosa significa esattamente “in lavorazione”?Chi la sta lavorando?Un funzionario in smart working con un criceto che gira sulla ruota del Wi-Fi?Un algoritmo che sta cercando di capire se il mio IBAN è compatibile con Saturno?
Non lo sapremo mai. E forse è giusto così, in fondo. Alcuni misteri vanno rispettati.
Nel frattempo, la vita vera…
Nel mondo reale, però, la vita va avanti. L’asilo si paga ogni mese. Le bollette arrivano. Le rate nel mutuo non conoscono ritardi. E mentre aspettiamo il verdetto dall’alto, ci ritroviamo a fare i conti con una burocrazia che sembra progettata più per mettere alla prova la pazienza umana che per sostenere le famiglie.
Ci dicono che la famiglia è al centro. Che bisogna sostenere la natalità. Che i genitori vanno aiutati.E poi ci troviamo a sperare che almeno prima dell’estate, tra una scadenza fiscale e una dichiarazione dei redditi, qualcuno all’INPS si accorga della nostra domanda.
Il Bonus Nido è davvero uno strumento utile e, in alcuni casi, indispensabile. Ma l’utilità si misura anche nei tempi e nelle modalità di erogazione. Perché non ha molto senso aiutare le famiglie con mesi di ritardo rispetto a quando le spese vengono affrontate. E ancor meno senso ha che non ci sia una comunicazione chiara, uno stato di avanzamento concreto, o almeno un messaggio del tipo: “Sì, la vediamo, ci stiamo lavorando, promettiamo che non resterà nel dimenticatoio fino al diploma del bambino.”
Ogni anno il Bonus nido inciampa su sé stesso. Non serve inventare nuove misure ogni stagione se quelle già esistenti non funzionano come dovrebbero. Serve trasparenza, velocità. Serve, semplicemente, un po’ più di rispetto per chi già fa i salti mortali tra figli, lavoro, rette e notti insonni.
Nel frattempo, torniamo alla nostra routine: login sul sito, clic su “Bonus Nido”, occhi al cielo, e via con il mantra:
In lavorazione… ommm.





