17 Maggio: un giorno in più per (R)esistere
- Dario Codelupi
- 17 mag
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Il 17 maggio si celebra la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia (IDAHOBIT), ricorrenza riconosciuta da Nazioni Unite e Unione Europea per sensibilizzare e prevenire le discriminazioni verso la comunità LGBTQIA+. La data ricorda la storica decisione dell’OMS, che il 17 maggio 1990 cancellò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.
Negli ultimi anni, però, la riscossa delle destre radicali nei principali Paesi occidentali ha rimesso in discussione conquiste e tutele, con effetti tangibili sulle politiche, sulla vita e sulla salute delle persone LGBTQIA+.

USA: Trump vs LGBTQIA+
Negli USA, la rielezione di Donald Trump ha segnato un’inversione di rotta:
Restrizioni sulle cure di affermazione di genere: molti stati hanno approvato leggi che vietano o limitano l’accesso alle cure mediche di affermazione di genere per i minori transgender, includendo spesso sanzioni penali per medici e genitori che le consentono. Queste leggi possono prevedere anche il divieto di utilizzare fondi pubblici per tali trattamenti e l’esclusione di queste cure dai programmi assicurativi statali.
Divieti sull’aggiornamento dei documenti d’identità: alcuni stati hanno introdotto norme che rendono difficile o impossibile per le persone transgender aggiornare il genere sui documenti ufficiali.
Bandi sull’uso dei bagni e spazi pubblici: sono state approvate leggi che vietano alle persone transgender di utilizzare bagni e spogliatoi in base alla loro identità di genere.
Restrizioni sull’espressione e censura scolastica: numerosi stati hanno introdotto o approvato leggi che vietano l’insegnamento di temi legati all’identità di genere e all’orientamento sessuale nelle scuole, limitano l’accesso a libri e materiali LGBTQ+ nelle biblioteche scolastiche e impongono il cosiddetto outing, cioè l’obbligo per insegnanti e personale scolastico di informare i genitori sull’orientamento o l’identità di genere degli studenti.
Questi sono alcune delle azioni politiche e giuridiche mosse contro la comunità.
Italia: anche in casa giochiamo male
Anche in Italia, l’ascesa della destra guidata da Giorgia Meloni ha comportato una serie di provvedimenti restrittivi nei confronti della comunità. Il governo ha promosso una visione tradizionalista della famiglia, escludendo le identità omogenitoriali e ostacolando il riconoscimento dei figli di coppie dello stesso sesso. L’Italia, già indietro nella tutela dei diritti civili rispetto ad altri Paesi europei, rischia un’ulteriore orbanizzazione, secondo osservatori internazionali. Le associazioni denunciano un clima di crescente ostilità e una regressione rispetto ai principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione e dalle direttive europee.
Germania: scontro tra minoranze
Nonostante l’AfD sia un partito conservatore e tradizionalista, la sua co-leader Alice Weidel, dichiaratamente lesbica, ha più volte affermato che l’AfD è «l’unica vera forza protettrice di gay e lesbiche in Germania», sostenendo che le persone LGBTQ+ sarebbero minacciate soprattutto da gruppi musulmani. Questa narrazione islamofoba strumentalizza la difesa di alcune minoranze sessuali.
L’AfD ha fatto della lotta contro il “gender mainstreaming” una delle sue principali piattaforme politiche, opponendosi all’integrazione della prospettiva di genere nelle politiche pubbliche. Il partito sostiene la preservazione della famiglia tradizionale e dei ruoli di genere classici.
L’AfD ha presentato mozioni per revocare il matrimonio omosessuale e si oppone alle leggi che tutelano i diritti delle persone LGBTQ+. Il partito è stato classificato dai servizi segreti come sospetta organizzazione estremista.
(Re)azione della comunità LGBTQIA+
La comunità LGBTQIA+ ha risposto alle crescenti politiche ostili e alla riscossa della destra radicale in Occidente con mobilitazioni, iniziative culturali e pressioni politiche.
In Italia, nonostante un contesto politico e sociale sempre più difficile, la comunità si è attivata con manifestazioni di massa, come la marcia del 17 maggio 2025 promossa da associazioni storiche come Arcigay, Arcilesbica, MIT e Agedo. Questi gruppi hanno unito le forze nel manifesto "La strada dei diritti", chiedendo leggi specifiche contro l’omotransfobia, maggiore inclusione sociale e culturale, e un sostegno istituzionale più concreto.
Negli Stati Uniti, la comunità LGBTQ+ ha reagito con una mobilitazione diffusa, tra proteste, campagne di sensibilizzazione e azioni legali per contrastare le restrizioni. Organizzazioni come Human Rights Campaign e GLSEN hanno intensificato il lavoro di advocacy, mentre numerosi stati progressisti hanno promosso leggi di protezione per bilanciare le misure restrittive adottate altrove.
In Germania, la comunità LGBTQ+ ha risposto alla retorica divisiva e alle politiche anti-gender dell’AfD con campagne di informazione, eventi culturali e iniziative di dialogo interculturale per contrastare l’islamofobia strumentale e difendere i diritti acquisiti. Le associazioni civili e i partiti progressisti hanno lavorato per mantenere e rafforzare le tutele legali.
Una giornata di lotta, tra conquiste e nuove sfide
Il 17 maggio resta una data simbolo della lotta per i diritti e la dignità delle persone LGBTQIA+, ma il quadro internazionale mostra come le conquiste siano tutt’altro che scontate. La riscossa delle destre radicali nei principali Paesi occidentali rappresenta una minaccia concreta: la difesa dei diritti umani non può mai essere data per acquisita, e la vigilanza delle istituzioni e della società civile è oggi più necessaria che mai.