Una timida apertura tra guerra e diplomazia
- Maddalena Pareti
- 12 mag
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Il presidente russo Vladimir Putin ha convocato una conferenza stampa nel Gran Palazzo del Cremlino per rilasciare alcune dichiarazioni in merito agli incontri avuti durante i festeggiamenti per l’ottantesimo anniversario della Giornata della Vittoria.

Nell’incontro con i giornalisti, il presidente ha chiarito che, prima o poi, le relazioni con i paesi europei saranno ripristinate, collegandosi alla presenza di alcuni leader del Vecchio Continente alla parata del 9 maggio, dove ha suscitato polemiche la partecipazione del primo ministro slovacco Robert Fico. Ha inoltre definito i colloqui col presidente cinese Xi Jinping eccellenti, confermando la futura visita in Cina a settembre. La presenza di un premier di un paese dell’Unione Europea e della NATO e del leader della seconda superpotenza del pianeta è servita a dimostrare che la Russia non è isolata a livello internazionale, nonostante il mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale contro il presidente russo.
L’annuncio che ha suscitato maggiore sorpresa nelle testate occidentali è quello riguardo alla ripresa dei negoziati diretti tra Russia e Ucraina, interrotti nel marzo del 2022 a Istanbul. Il leader russo ha affermato: “Invitiamo le autorità di Kiev a riprendere i negoziati interrotti alla fine del 2022. E, sottolineo, senza alcuna precondizione. Proponiamo di iniziare senza indugio giovedì prossimo, 15 maggio, a Istanbul” – sulla base dei risultati dei negoziati del 2022 e dell’attuale situazione sul campo. Secondo un’indagine di Radio Free Europe, la bozza iniziale di accordo della Russia, presentata il 7 marzo 2022, chiedeva all’Ucraina di ridurre le sue forze armate a soli 85.000 soldati e di rinunciare alla capacità di sviluppare o schierare missili a lungo raggio o altre armi avanzate, esortando Kiev a rinunciare alla sua deterrenza e, di fatto, a firmare una resa.
Secondo quanto dichiarato dai rappresentanti russi, attualmente si richiede all’Ucraina un accordo di pace che includa un divieto permanente di adesione alla NATO, la smilitarizzazione del paese e modifiche costituzionali che tutelino il ruolo della lingua, della cultura e delle organizzazioni religiose russe.
La proposta di Putin è arrivata un giorno dopo che il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e il primo ministro polacco Donald Tusk hanno incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev per sostenere un appello occidentale congiunto per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, in una telefonata dell’11 maggio col suo omologo russo, ha ribadito l’offerta della Turchia di ospitare nuovamente i colloqui per giungere a una pace sostenibile per tutte le parti in causa, sottolineando l’importanza di un cessate il fuoco prima dell’inizio dei negoziati.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato sul suo profilo Telegram: “Kiev è pronta a colloqui diretti con Mosca”, ma ha aggiunto “ci aspettiamo che la Russia confermi un cessate il fuoco completo, duraturo e affidabile a partire da lunedì 12 maggio. Aspetterò Putin giovedì in Turchia”. A precederlo è stato il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, il quale aveva sollecitato Kiev a revocare il divieto di colloqui con Putin – alludendo al decreto firmato dal leader ucraino nell’ottobre del 2022, in cui si afferma l’impossibilità di negoziare direttamente con Putin – a cessare gli aiuti militari occidentali, ad abbandonare le rivendicazioni legali internazionali contro Mosca e a consentire la restituzione dei beni russi congelati.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nel frattempo, ha esortato gli ucraini a incontrare i funzionari russi in Turchia per porre fine al più presto al conflitto in corso.
Nonostante le dichiarazioni di intenti da tutte le parti, in Ucraina si continua a combattere ferocemente e molti analisti sostengono che l’Europa continuerà a essere spettatrice di questo conflitto ancora per molto tempo.