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Un appello interreligioso per la pace e il bene comune

Venerdì 29 Agosto 2025 è stato diffuso un appello interreligioso a firma della Cei, dell’Unione delle comunità ebraiche e di quelle islamiche, appello rivolto alle istituzioni italiane, ai cittadini e ai credenti in Italia. Un grido di aiuto ma allo stesso tempo di speranza, alla luce di quanto è sotto i nostri occhi, che richiama la coscienza di tutti, credenti e non, perché volere la pace non ha colori, né fede religiosa.

 

L’accorato appello è solo l’ultimo tentativo per fermare le barbarie, le atrocità e i massacri che avvengono nei luoghi di guerra e che sono sotto i nostri occhi quotidianamente. Le istituzioni religiose firmatarie, richiamate al senso di responsabilità, hanno sottolineato il pericolo attuale di vedere l’abuso della religione come una miccia che, in alcuni paesi, può generare odio e violenza. Purtroppo, ancora oggi, la religione viene utilizzata per discriminare o addirittura sfociare in fanatismo. Guerre che diventano vere e proprie partite di pallone, che generano propaganda, invitando a schierarsi per l’uno o per l’altro. è quanto sta accadendo soprattutto nel conflitto ebraico palestinese, in cui al grido “Free palestine” risponde un pauroso e preoccupante aumento dell’antisemitismo. Chi vuole la pace per un popolo non può desiderare la morte per un altro. L’uso della violenza o il ricorso alla guerra non può assolutamente essere legittimato facendo ricorso ai testi sacri, questo non può essere accettato. Il testo sacro va letto e interpretato nel suo contesto storico, secondo un approccio che deve essere critico scientifico. Detto questo e sgombrato il campo da ogni insinuazione su motivi religiosi per legittimare i conflitti, l’unica strada per ottenere la pace è il dialogo e la comprensione reciproca. Senza dialogo, senza il reciproco rispetto di identità e differenze, l’umanità non potrà andare avanti e nessuno si potrà sentite al sicuro. Il credente, il cittadino non può adeguarsi a un mondo in cui anche un solo bambino muore ancora a causa di una bomba.

 

È doveroso partire dalla consapevolezza che il valore più importante è la sacralità della vita umana, nessuno può essere privato della libertà e che la fratellanza deve essere il motore della nostra esistenza. L’appello invita ogni credente a incontrarsi per testimoniare una responsabilità comune. Insieme è possibile promuovere la pace, la carità, la giustizia, perché ognuno nel proprio piccolo può fare tanto. Il 23 luglio è stata già diffusa la dichiarazione congiunta “Fermi tutti” sulla guerra a Gaza: “Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti”.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:A_boy_holding_a_pigeon_Gaza_war_23-25.jpg
Hla.bashbash, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

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