The show must go on
- Maddalena Pareti

- 13 ago
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Venerdì 15 agosto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin si incontreranno ad Anchorage, in Alaska, dopo anni di tensioni tra i rispettivi paesi a causa del conflitto russo-ucraino.
Come riportato da Reuters, la Casa Bianca ha dichiarato: “Questo è un esercizio di ascolto per il presidente”, sottolineando che il dialogo servirà a testare il terreno sia tra le delegazioni sia, in particolare, per valutare le reazioni delle opinioni pubbliche, spettatrici passive del summit.
Lunedì, il presidente statunitense ha dichiarato di augurarsi che, dopo questo incontro, si possa organizzare in futuro un ulteriore vertice tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il capo del Cremlino Vladimir Putin.
Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha anticipato in un’intervista alla stazione radio 77 WABC che “sarà un incontro introduttivo. Dopo diverse conversazioni telefoniche con Putin, il presidente sente il bisogno di guardarlo negli occhi al tavolo dei negoziati. Ha bisogno di un confronto diretto per valutare la situazione”.
Gli europei, però, restano fuori dai giochi e manifestano il loro malcontento per non essere stati coinvolti in un summit che pone le basi per decidere le sorti del conflitto sul loro continente.
Martedì mattina, con l’eccezione del primo ministro ungherese Viktor Orban, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui affermano: “Accogliamo con favore l’impegno del presidente Trump volto a fermare le uccisioni in Ucraina, porre fine alla guerra di aggressione della Federazione Russa e raggiungere una pace giusta e duratura, nonché la sicurezza per l’Ucraina”. Tuttavia, sottolineano l’importanza di tutelare la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, citando la possibilità di garantire un eventuale cessate il fuoco attraverso la Coalizione dei volenterosi.
Il primo ministro ungherese Viktor Orban, invece, ha sostenuto che la Russia stia vincendo sul campo in Ucraina. L’Ungheria, inoltre, si è accordata con Russia e Serbia per la costruzione di un oleodotto, mentre l’Europa cerca di azzerare i rapporti energetici con la Federazione Russa.
Oleksandr Merezhko, capo della commissione parlamentare per la politica internazionale ucraina, ha dichiarato al Kyiv Independent: “Dal momento che Trump è un presidente e un diplomatico non convenzionale, il suo incontro ai massimi livelli potrebbe essere solo uno spettacolo”.
Il presidente russo Vladimir Putin, invece, è stato accusato dal suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky di cercare una legittimazione della propria immagine pubblica: “Credo che Putin vincerà in questo. Sta cercando, scusatemi, fotografie. Ha bisogno di una foto del suo incontro con il presidente Trump”.
Mentre il mondo attende un Ferragosto che potrebbe essere ricordato come una data storica, i due capi di Stato rilasciano dichiarazioni caute e positive, nel tentativo di non deludere gli spettatori di questo drammatico confronto tra Usa e Russia, in cui lo spettacolo continua a intrattenere e mietere vittime. Perché, nella storia, l’importante è che “the show must go on”, come se il lamento della guerra fosse un’interminabile canzone senza fine.






