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Jurassocrazia. L’Italia e la cultura delle botte educative

Il fulcro non è il diritto di manifestare o meno ma l’applicazione di un metodo vecchio, in questo caso l’uso del manganello.

di Domenico Dech

Manganellare è bello?


A Pisa è successo di nuovo. Scontri tra studenti e polizia. Il bilancio è di 18 feriti di cui 10 minorenni e un poliziotto felicissimo di manganellare. Tralasciando le motivazioni della manifestazione, che possono essere condivisibili o meno, resta un fatto gravissimo. L’utilizzo del manganello, in un paese democratico e liberale come l’Italia, è diretta proiezione dello stato che esercita il suo potere. E qui, ancora una volta, è pura volontà dei Jurassocratici. (Spoiler: hanno loro il potere).

Pfgp, Public domain, da Wikimedia Commons

 

Precedenti storici


La storia degli scontri tra studenti e polizia in Italia ha origine lontana. Nonni e genitori probabilmente avranno manifestato anche loro durante il periodo delle proteste studentesche. Il ‘68 ha scosso l’opinione pubblica italiana dividendo di fatto il giudizio su di esso: chi ha visto un momento di emancipazione e chi, invece, un movimento conformista di massa che ha addirittura messo in pericolo la socialdemocrazia. Un intellettuale come Pasolini sentenziò negativamente sulle proteste giovanili. Insomma, la frattura storica ha portato a spirali violente che si alimentano e “autoavverano” da sole.

 

L’ingranaggio delle mazzate


Perché un padre di famiglia e magari una brava persona dà l’ordine di manganellare o manganella lui stesso? L’ingranaggio è complesso ma capirlo è possibile. Dalle mie parti esiste un detto: “mazz e panell fann e figl bell”. Tradotto: mazzate e pane fanno crescere bene i figli. Dietro un detto popolare scopriamo quella che è la pietra angolare del problema: siamo cresciuti con l’educazione delle botte. Vedo già il Jurassocratico agitarsi e dire che lui è cresciuto così e quindi va bene anche per i figli, i nipoti e così via. Ok, ma questo è lo schema del passato, di un mondo in cui la sopravvivenza andava di pari passo con la violenza.

 

Chi è il colpevole?


A Pisa chi ha dato l’ordine e chi ha manganellato deve pagare. È giusto che sia così. Ma il problema non lo risolvi. Come se non bastasse, siamo caduti anche qui nel tifo da stadio ultras nei salotti tv e sui social. Ennesima dialettica senza sintesi. Un poliziotto esegue l’ordine perché nel profondo è passivamente convinto di fare la cosa giusta. Se le mazzate fanno i figli belli, le mie di mazzate, che sono l’autorità e rappresento lo stato, sono più che giustificate. Allora chi è il vero colpevole? La Jurassocrazia.

Original trailer of A Clockwork Orange (1971), edited by Pablo Ferro. It only uses selected outtakes shot by Kubrick for the film - Stanley Kubrick , Public domain, via Wikimedia Commons

 

Non va bene


Questo è uno schema vecchio che non può più essere applicato in questa società. Purtroppo, la specie dominante dei Jurassocratici non lo sa. Si limita all’immobilismo, un atto sacrale del Jurassocratico in fase matura. E nella sua testa ci sta un pensiero costante: “perché devo cambiare? Chi me lo fa fare?”. La sua negazione al cambiamento è chiara e prevede un salto nel vuoto: perché rinunciare a certezze e dettami, (esempio: “mazz e panell fann e figl bell”) con il rischio di perdere lo status quo e di non essere più la specie dominante?

 

Difficile convincere qualcuno a non eseguire l’ordine e rinunciare ai soldi e al posto fisso. Soprattutto in questi casi il pensiero critico muore insieme all’etica. Per la serie “io il posto fisso non lo lascio”.

 

Il pregiudizio della Jurassocrazia


Per trovare conferme al loro pensiero, i Jurassocratici applicano sistematicamente un pregiudizio negativo nei confronti dei giovani. Quello che facevano loro “era meglio”; i giovani devono stare a scuola invece che manifestare, come se ci fossero gli over 70 pronti a scendere in piazza in toto per difendere i diritti della Gen Z; i poliziotti fanno bene e, anzi, a casa meritano le altre. Seguono nella prossima slide commenti social dei Jurassocratici.

Stefan Müller (roba sul clima, 1 milione di visualizzazioni) dalla Germania , CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

 

Le precisazioni doverose

 

Il fulcro non è il diritto di manifestare o meno ma l’applicazione di un metodo vecchio, in questo caso l’uso del manganello.

 

Dunque, si capisce chiaramente che l’attenzione non va su destre, sinistre, fasci e centri sociali. Anzi, porre la questione in tal senso non fa altro che applicare uno schema vecchio e la riflessione che ne segue non porta alla risoluzione del problema.

 

Conclusione


Non volendo suscitare le ire dei “posti fissi” ribadisco che non si deve lasciare il proprio lavoro. No, non è quella la strada. Almeno non per tutti. Si deve lasciare lo schema vecchio dei Jurassocratici che si ripete e viene applicato nel mondo reale, dimostrandosi totalmente inadatto al progresso. E attenzione, trattare così i giovani, nel caso specifico a manganellate, non fa altro che allontanarli dall’Italia ampliando la voragine demografica. Anzi, sarebbe bello riattrarre gli italiani all’estero, ma così la vedo dura.

Mænsard vokser, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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