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Dottor Stranamore e diplomazia

Una delle ultime dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stata: “Voglio che progrediscano. Voglio che l’Iran sia un grande paese. Non voglio molto. Semplicemente non dovrebbero avere armi nucleari”, rispondendo a una domanda sui negoziati con l’Iran.

 

Il Piano d’Azione Congiunto Globale (JCPOA), raggiunto a Vienna nel 2015 tra l’Iran, i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Russia e Cina – più la Germania e l’Unione Europea, prevedeva limitazioni al programma nucleare iraniano, ristretto a scopi civili, e l’accettazione di ispezioni da parte di organizzazioni internazionali ai suoi siti nucleari, in conformità al Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP).

 

Stati Uniti e Iran stanno cercando di riprendere i negoziati dopo che l’attuale presidente americano, durante il suo precedente mandato, si era ritirato unilateralmente dall’accordo internazionale sul programma nucleare iraniano, sotto la pressione di Israele. In questi giorni, gli Stati Uniti hanno minacciato di intraprendere un’azione militare contro l’ex impero persiano nel caso in cui i negoziati non dovessero andare a buon fine.

 

Donald Trump ha annunciato di aver inviato una lettera alla Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, invitandolo con toni minacciosi a riprendere le negoziazioni sul programma nucleare di Teheran, sfruttando la fragilità mostrata dall’Iran nel conflitto israelo-palestinese. Dopo un iniziale rifiuto, Teheran ha accettato di incontrare Washington attraverso canali indiretti in Oman, un paese che ha sempre mantenuto una politica estera di non allineamento, rendendosi un facilitatore credibile per questa difficile trattativa.

 

Il primo round di negoziati si terrà a Mascate, dove saranno ospitate le delegazioni dei paesi coinvolti. I rappresentanti americani saranno guidati da Steve Witkoff – inviato speciale per il Medio Oriente e fedelissimo di Trump – mentre i delegati iraniani saranno guidati da Abbas Araghchi – Ministro degli Esteri dell’Iran e leale a Khamenei.

 

L’Iran cerca di ottenere dai futuri colloqui una revoca delle sanzioni, dal momento che queste hanno inflitto un duro colpo alla sua economia, e la possibilità di preservare il suo programma nucleare civile, mentre gli USA necessitano di prevenire la costruzione di un’arma nucleare iraniana e un accordo più stabile del JCPOA.

 

Nonostante l’apertura ai negoziati, gli Stati Uniti hanno schierato mezzi militari nella regione, tra cui la portaerei USS Harry S. Truman nel Mar Rosso per operare contro il gruppo Houthi, e bombardieri B-2 sull’isola di Diego Garcia nell’Oceano Indiano, dove si trova una base militare congiunta statunitense-britannica.

 

L’Iran ha risposto mettendo l’esercito in massima allerta.

 

Inoltre, il consigliere politico di Khamenei, Ali Shamkhani, ha minacciato di trasferire il materiale arricchito in luoghi segreti e di espellere gli ispettori dell’AIEA, interrompendo la cooperazione con l’agenzia.

NevinThompson, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
NevinThompson, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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