Clown senza circo: Putin e Zelensky, la guerra dei pagliacci
- Ilenia D’Alessandro
- 2 giorni fa
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Mentre le bombe continuano a cadere e le persone civili a morire, i due protagonisti della tragedia russa-ucraina sembrano impegnati in una farsa degna del miglior teatro dell’assurdo. Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, invece di sedersi al tavolo dei negoziati, preferiscono scambiarsi insulti e delegare le discussioni a sottoposti, mentre il mondo osserva attonito.

Zelensky, l’ex comico diventato presidente, ha dichiarato che non parlerà con nessun altro se non con Putin, rifiutando di negoziare con altri rappresentanti russi. Putin, dal canto suo, ha risposto inviando a Istanbul una delegazione di basso profilo, guidata da Vladimir Medinsky e dal vice ministro della Difesa Alexander Fomin, evitando così un confronto diretto con il leader ucraino.
Nel frattempo, l’ex presidente americano Donald Trump, mai lontano dai riflettori, ha espresso interesse a partecipare ai colloqui solo se Putin fosse presente, ritirandosi subito dopo aver appreso della sua assenza.
Un cabaret internazionale in cui i saltimbanchi sembrano più interessati a preservare il proprio orgoglio che a porre fine a un conflitto devastante.
La situazione sul campo, intanto, peggiora di giorno in giorno. I civili ucraini continuano a vivere sotto la minaccia costante dei bombardamenti, con migliaia di vittime e una crisi umanitaria che peggiora. Le città sono ridotte in macerie, e la popolazione è stanca di una guerra che sembra non avere fine. I giovani russi vengono mandati al fronte e non si hanno notizie delle perdite umane in tal senso e di quanti riescano a tornare a casa.
Mentre i leader si scambiano accuse e insulti, la vera tragedia si consuma lontano dai palazzi del potere. Le famiglie piangono i loro morti e il mondo assiste impotente a una guerra che avrebbe potuto essere evitata, di cui la NATO è colpevole quanto Putin stesso.
È tempo che i pagliacci di questo teatrino mettano da parte il proprio ego e lavorino seriamente per la pace. La storia non ricorderà le loro battute taglienti o i loro giochi di potere ma le vite perse e le sofferenze inflitte a migliaia e migliaia di innocenti. È l’ora di smettere di fare i buffoni mentre si gioca alla guerra e iniziare, invece, a costruire la pace.