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Anche l’algoritmo ci sta preparando alla guerra?

Da un po’ di tempo a questa parte sto notando che, scorrendo le pagine dei social, sempre più post o reels hanno come argomento la guerra, mezzi di combattimento come aerei militari e altri video simili. Ma nelle ultime settimane si è aggiunto un nuovo genere: consigli di sopravvivenza in caso di attacco, anche nucleare. Oltre ai post anche corsi di sopravvivenza in caso di guerra proposti da piattaforme di corsi online.

 

Tutto ciò mi sembra anche il seguito quasi conseguente e necessario dell’assurdo (a mio avviso) video diffuso dalle istituzioni europee e registrato dalla commisaria belga Hadja Lahbib. Non so se in quell’occasione l’intento fosse di rassicurare la cittadinanza europea, ma credo che siano in pochi ad essersi sentiti rassicurati dopo una simile rappresentazione in cui si considerava la guerra nucleare come una possibilità che si può affrontare con un po’ di contanti, le carte da gioco, una bottiglia d’acqua minerale e altri oggetti che ci permetterebbero di superare le prime 72 ore da vivi.

 

Oltre al contributo della UE, a rafforzare questo clima di preparazione alla guerra credo che contribuiscano molti leader politici nazionali, tra cui soprattutto il gruppo dei volenterosi. Ma la presidente del consiglio italiana non fa eccezione anche con il suo ultimo intervento in Senato. La mia impressione è che sia in atto un martellamento mediatico che serve a preparare un’opinione pubblica poco incline ad accogliere l’idea che il lungo periodo di pace in Europa stia per finire. Naturalmente nessuno si prende la responsabilità esplicita di parteggiare per il riarmo senza la giustificazione che sia necessario. A parole sono tutti per la pace, la colpa di questa necessità a riarmarsi e a prepararsi alla guerra è tutta dei paesi che ci minacciano. Dando per scontato che la divisione manichea del mondo in buoni, che saremo noi, e cattivi, quasi tutti gli altri, sia un po’ condivisa da tutti.

 

Oltre alle azioni e dichiarazioni dei leader politici, ho notato che questo clima militaristico e bellico sta cominciando a farsi strada anche negli algoritmi dei social. Video di combattimenti aerei, di operazioni militari mi vengono proposti nonostante l’algoritmo tenda a compiacere i gusti dell’utente e, personalmente, non nutro alcuna simpatia o interesse per le tematiche riguardanti la guerra e il militarismo. Tutto ciò è frutto del caso? Non credo, anche se non ho gli strumenti per sostenere una tesi che sia avvalorata da dati consistenti oltre la mia impressione personale.

 

L’ultimo post con cui mi sono imbattuto e ha avuto un forte impatto su di me, conteneva una serie di consigli pratici su come affrontare un’esplosione nucleare (immagino a distanza di relativa sicurezza, altrimenti non c’è molto da affrontare o raccontare). Personalmente, a parte potersi permettere un bunker antiatomico con sufficienti scorte alimentari, non mi sembra che ci siano tanti consigli da dare in simili casi. Ma se veramente dovesse verificarsi un’evenienza del genere, varrà veramente la pena essere tra i sopravvissuti?

 

Questo clima mediatico ci dà l’idea di quanto sia cambiato l’atteggiamento delle élite nei confronti della guerra. Fino a qualche anno fa certi argomenti erano quasi tabù. Il più bellicoso di tutti nei talk show politici era sempre Luttwak (e lo è tuttora, naturalmente) e la guerra era presentata con giri di parole come “intervento umanitario” o “esportazione della democrazia” per mantenere un senso del pudore al solo nominarla esplicitamente. Ora il linguaggio militarista e bellico e persino la possibilità di utilizzare ordigni nucleari sono stati sdoganati dai politici, dai media e anche dai social. Sta a noi proporre una visione del mondo alternativa se non vogliamo essere fagocitati da questa follia e ogni iniziativa per tenere deste le coscienze e fermare questa escalation culturale è sicuramente necessaria.

250th Anniversary of the U.S. Army Grand Parade and Celebration, Saturday, June 14, 2025, in Washington, D.C. - The White House, Public domain, via Wikimedia Commons
250th Anniversary of the U.S. Army Grand Parade and Celebration, Saturday, June 14, 2025, in Washington, D.C. - The White House, Public domain, via Wikimedia Commons

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