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Statuine vs. Santini

Immagine del redattore: Roberto I.Roberto I.

Immaginate uno Sheldon Cooper a caso elettrizzato per aver trovato, in un negozio di fumetti sperduto della California, un'edizione estremamente rara di una statuina da collezionisti di Sant'Antonio Abate, ancora nell'incarto originale.

The Big Bang Theory sets at the Warner Bros. Studios, Burbank (Chester from Toronto, Canada, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons) The premiere issue, published 1940 Winter and painted by the artist George Rozen, has also appeared on a poster reproduction in the TV series, The Big Bang Theory (George Rozen, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons.

Oppure - e questa è quasi un meme - una signora della profonda campagna del basso Lazio spolverare fiera la credenza adornata con figurine introvabili dei Pokémon e una statuina alta 35 centimetri di Obi-Wan Kenobi della trilogia prequel che brandisce la sua spada laser illuminata da una minuscola batteria.

 

Cosa c'è di sbagliato in queste due scene? Se gli oggetti protagonisti fossero invertiti, non troveremmo nulla da "correggere", ma tant'è, ci sembrano due mondi se non in conflitto, quanto meno lontani anni luce uno dall'altro.

 

Ma in quella galassia lontana lontana della mente umana, forse semplificando un po', si può dire che, in fondo, si tratta di un culto dell'immagine che risponde a bisogni profondi dell'essere umano: il desiderio di avere un simbolo tangibile della propria fede o passione, qualcosa che ci accompagni nel quotidiano e ci dia conforto o ispirazione.

Che si tratti di San Francesco o di Spider-Man, di una Madonna miracolosa o di un Jedi coraggioso, l'importanza di queste figure nelle nostre vite può rivelare molto su di noi e sulle nostre società. In queste mie due righe, cercherò di delineare una connessione tra questi due mondi, quindi. Non aspettatevi nessuna ricerca scientifica, ma - diciamo - qualche appunto per cominciarla, eventualmente.

 

Cominciamo coi Santi

 

L'origine del culto dell'immagine nella tradizione cristiana - e quindi di icone e statuine ma anche di santini e crocifissi - può essere tracciata attraverso una complessa evoluzione storica e culturale, che combina elementi del cristianesimo con antiche pratiche religiose romane. Facciamo una panoramica storica di questa tradizione per capirci qualcosa in più.


Influenze dal Mondo Antico

 

Le pratiche religiose del primo cristianesimo non si sono sviluppate in un vuoto culturale, ma sono state influenzate dalle religioni preesistenti, tra cui quella romana. I Romani veneravano i Lari e i Penati, divinità domestiche che proteggevano la casa e la famiglia.

 

La transizione dal culto dei Lari e dei Penati al culto dei santi e delle madonne non è stata lineare, ma ha coinvolto un processo di sincretismo, dove elementi delle pratiche religiose romane sono stati assimilati e reinterpretati all'interno del cristianesimo.

Daniele Florio from Rome, ITALY, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Qualcuno ha detto appropriazione culturale? Bè, la gente studiata parla di sincretismo, e la Chiesa è stata un campione del sincretismo durante il lungo periodo di transizione da un mondo pagano a un mondo cristiano: il processo di cristianizzazione del mondo romano ha portato a un'appropriazione e reinterpretazione delle tradizioni religiose preesistenti. Le statuine dei Lari e dei Penati sono state gradualmente sostituite o integrate con statuine di santi e madonne, che assumevano una funzione simile come protettori della casa e della famiglia.

 

Il Secondo Concilio di Nicea, infine, tenutosi nel 787 d.C., è stato un evento cruciale: durante il concilio, la Chiesa condannò l'iconoclastia (la distruzione delle immagini religiose) e affermò la legittimità del culto delle icone, spegnendo tutte le controversie sull'argomento derivanti dal fatto che la venerazione di immagini sarebbe vietata espressamente dalla Bibbia.


Appropriazione culturale: 1; Bibbia: 0. Eh sì, si deve pur sopravvivere.

Ma non cambiamo discorso: fatto questo breve excursus sulla storia della tradizione, vediamo meglio quale sia il significato attribuito a tale pratica.


Dimensione personale e intercessione col divino
 

Gli altari domestici con le statuine dei santi hanno sostituito antichi riti e divinità domestiche, adattando le vecchie tradizioni a un contesto cristiano. Come era per Lari e Penati, oggi avere una statuina di un santo in casa è visto come un modo per garantire la presenza di una forza benevola che veglia sulla famiglia e sulla casa, per proteggere gli abitanti da influenze negative e per garantire la prosperità e il benessere della famiglia, ottenendo protezione e favori, come specifica Ernesto De Martino indagando la religiosità popolare dell'Italia meridionale. Ma non è il solo ad averci sbattuto la testa: Luigi Lombardi Satriani, in particolare, ha evidenziato come le statuine dei santi siano parte di un sistema simbolico che integra aspetti religiosi, magici e sociali, sottolineando la loro importanza per la coesione comunitaria e la trasmissione delle tradizioni.

 

Immagine 1. Asia, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons; immagine 3. Fiore Silvestro Barbato, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons; Immagine 5. Boaventuravinicius, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons.

La tradizione di tenere statuine in casa è spesso trasmessa di generazione in generazione. Le nonne e le madri giocano un ruolo chiave nel mantenere viva questa pratica, insegnando ai giovani l'importanza della devozione e della protezione dei santi. Le statuine sono anche parte integrante dei riti e delle feste locali, durante le quali le case vengono decorate con immagini sacre e i santi vengono portati in processione per le strade del paese, rafforzando il senso di comunità e l'identità collettiva.

 

Questa continuità può essere anche vista come una forma di resistenza culturale, un modo per mantenere un legame con le proprie radici in un mondo in rapido cambiamento. Le statuine dei santi offrono un senso di stabilità e continuità, rappresentando un punto di riferimento spirituale e culturale per le famiglie italiane.


E ok, ma cosa c'entrano i supereroi?

 

Il collezionismo di statuine (o action figures) di supereroi e personaggi televisivi tra i nati dopo gli anni '70/'80 è un fenomeno culturale complesso e significativo, esaminato approfonditamente in studi antropologici come "Toy Stories: The Cultural Impact of Action Figures".

 

Questi studi esplorano la storia e l'evoluzione delle action figures, analizzandole come artefatti che riflettono i valori, le paure e le aspirazioni della società. Le statuine sono cariche di simbolismo e vengono utilizzate dai collezionisti per esprimere la propria identità e appartenenza a gruppi culturali. Vi dice niente? Il senso di comunità e identità collettiva è uno dei simbolismi che ritroviamo anche nella pratica religiosa di "collezionare" santini e statuine.

Il collezionismo "laico" e supereroistico è spesso accompagnato da rituali complessi che conferiscono significato all'esperienza, come la caccia agli oggetti rari, lo scambio con altri collezionisti e l'esposizione curata delle collezioni. Inoltre, il fenomeno è profondamente radicato nella nostalgia, permettendo ai collezionisti di mantenere un legame con la loro infanzia e con i ricordi positivi associati ai personaggi televisivi e ai supereroi. Anche qui, io una connessione col collezionismo religioso ce la vedo: abbiamo parlato infatti di resistenza culturale, legame con le proprie radici e senso di stabilità e continuità.

 

C'è da dire, infine, che le statuine sono viste anche come prodotti di consumo che riflettono le dinamiche economiche e sociali della società contemporanea, evidenziando il ruolo delle industrie dell'intrattenimento e del mercato nel modellare le tendenze del collezionismo. Anche questo, ci sta. Ma pure con le statuine dei santi e con le madonnine, direi che non si scherza...


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