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Rino Gaetano: il ribelle gentile che ha rivoluzionato il cantautorato italiano

Rino Gaetano, artista indimenticato e ineguagliabile, ha lasciato un segno profondo nella musica italiana e nell’immaginario collettivo di più generazioni. La sua voce graffiante e la sua vena ironica hanno rivoluzionato il modo di fare canzone d’autore, mescolando impegno sociale, sarcasmo e poesia in un equilibrio unico e irripetibile. Molti gli hanno reso omaggio, altri hanno provato a seguirne le orme, ma nessuno è mai riuscito a cogliere fino in fondo la sua essenza: quella di un ribelle gentile, capace di parlare ai cuori e di denunciare con leggerezza le ipocrisie del suo tempo.

 

Nel corso della sua breve ma intensa carriera ha attraversato generi e linguaggi diversi, contribuendo a ridefinire i confini del cantautorato italiano. I suoi brani, ancora oggi, non solo restano nella memoria collettiva, ma continuano a parlare con forza e freschezza al presente: non semplici classici, ma opere vive, moderne e attualissime, testimonianza eterna di un genio che non ha mai smesso di dire la verità con un sorriso.

Il primo album «Ingresso Libero» del 1974 passa inosservato. Il successo arriverà l'anno dopo con il singolo-pietra miliare «Il cielo è sempre più blu» - Template:Donatella Rimoldi, Public domain, via Wikimedia Commons
Il primo album «Ingresso Libero» del 1974 passa inosservato. Il successo arriverà l'anno dopo con il singolo-pietra miliare «Il cielo è sempre più blu» - Template:Donatella Rimoldi, Public domain, via Wikimedia Commons

 

Nuntereggaepiù: l’ironia eterna di Rino Gaetano

 

Nuntereggaepiù è una delle canzoni più emblematiche di Rino Gaetano: un brano profondamente calato nel suo tempo ma ancora oggi sorprendentemente attuale. Con ironia e ritmo reggae, l’artista denuncia la corruzione politica, le ipocrisie della borghesia, le illusioni e i ruoli di genere ormai superati, ma ancora radicati nella società.

 

Indimenticabile resta la sua esibizione del 1978 nella trasmissione Acquario di Maurizio Costanzo. Davanti a Susanna Agnelli, citata nel brano insieme al presentatore, Rino canta il suo pezzo con disarmante spontaneità, mentre Costanzo lo presenta con tono ironico, quasi sprezzante. Rino regge il gioco, risponde con umorismo e pone alla Agnelli una domanda diretta: «Lei si sente coinvolta?». Lei, con sincerità, risponde di sì. Quel momento televisivo resta un simbolo della forza del cantautore crotonese: capace di dire verità scomode con leggerezza, di colpire senza offendere.

 

Rino Gaetano, l’indipendenza di un genio senza eredi

 

Il modo di fare musica di Rino Gaetano è stato radicalmente indipendente, impossibile da incasellare o imitare. Non seguiva uno stile preciso, non aderiva a correnti o mode: ogni sua canzone era un esperimento, un atto di libertà. Eppure, qualunque cosa scrivesse o interpretasse, lasciava un segno destinato a durare.

 

Nel tempo, molti artisti hanno provato a rendergli omaggio. Alcuni, anche lontani dal suo mondo musicale — come gli Afterhours — ne hanno reinterpretato i brani, ma nessuno è davvero riuscito a raccoglierne l’eredità.

 

L’unicità e la poliedricità di Rino Gaetano: testi, musica e interpretazione

 

L’unicità e la poliedricità di Rino Gaetano si manifestano su più livelli: nella scrittura dei testi, nella sperimentazione musicale e, non da ultimo, nella sua interpretazione personale e inconfondibile.

 

Pensiamo ad esempio al brano Aida: è una canzone politica, ma anche una grande canzone d’amore; la sua visione a un certo punto lascia spazio a una vena profondamente romantica. È qui che si percepisce la capacità di Rino di andare al cuore delle cose, di seguire l’istinto e il lato più intimo, non limitandosi alla denuncia politica, come faceva ad esempio Guccini.

 

Riusciva ad attraversare diversi generi, da quello folk alla Bob Dylan in pezzi come Aida, a brani in cui sperimentava ritmi diversi, dal reggae di Nutereggaepiù alla bossanova di Sfiorivano le viole. Pezzi come Ad esempio a me piace il Sud mostrano invece il suo lato cantautorale, profondamente italiano, capace di unire ironia, poesia e sentimento.

 

Una canzone come Supponiamo un amore è un esempio perfetto di come abbia rivoluzionato l’idea di cantautorato: quando dice «Supponiamo un mattino, tu ti alzi e ami me», sta condensando in poche parole un sogno cantato con un linguaggio completamente nuovo. Oggi può sembrare normale, ma all’epoca fu sicuramente rivoluzionario.

 

Un aspetto altrettanto importante è però la sua unicità come interprete e come personaggio. Rino non ricorreva alle tecniche del bel canto, dominanti nel mondo mainstream dell’epoca. Qualche accenno di questo stile si trova in Battisti, ma Rino lo declinava in modo completamente personale. La sua originalità emerge chiaramente se lo si confronta con Nicola Di Bari nella sua stessa canzone, Ad esempio a me piace il Sud: la differenza tra i due interpreti è tale da far sembrare distanti di cinquant’anni due performance dello stesso periodo, dimostrando quanto fosse avanti il suo modo di cantare e comunicare.

 

Rino Gaetano resta oggi più attuale che mai: un artista capace di trasformare la musica in specchio della società, di unire ironia e impegno, leggerezza e profondità. La sua voce continua a parlare alle nuove generazioni, ricordandoci che l’onestà intellettuale, l’impegno, l’ironia e la libertà creativa non hanno tempo né età.

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