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La realtà: un film horror

Martina Carbonaro ad Afragola.

Mary Bonanno a Castelvetrano.

Denisa Maria Adas Paun a Prato.

Elena Belloli a Cene.

 

Questi i nomi che ci sono saltati davanti agli occhi aprendo i nostri profili social negli ultimi giorni. Sembra che quella che generalmente chiamiamo “realtà” sia diventata un vero e proprio film horror. Notizie su notizie, tutte devastanti, ognuna di esse ci suscita un profondo sgomento.

 

Ci ritroviamo a vivere in un mondo in cui esistono solo gli estremi, i social mostrano coppie che vantano un amore quasi mitico, ma dietro al mito, dietro all’idealizzazione si nasconde il caos e se qualcosa va male si sfocia in un film dell’orrore…

 

E dunque che cos’è l’amore? A quanto pare, in questa realtà, l’amore è stato costruito su falsi valori quali possessione, ossessione, prevaricazione, umiliazione, violenza… E si potrebbe continuare all’infinito!

 

Che cos’è dunque l’amore? Una domanda che resta senza risposta, che continua ad echeggiare nell’ultimo respiro di tutte queste donne uccise ingiustamente, perché, sia chiaro, di fronte a ciò non esiste giustificazione, di fronte al male non esiste giustifica.

 

I fatti sembrano mostrare che in questa realtà non si conosce il senso del termine “Rifiuto”, questo mondo sembra essere dominato dall’incapacità di accettare un possibile rifiuto; sembra quasi che di fronte ad un rifiuto ci si senta autorizzati a distruggere l’altro che ha pronunciato il rifiuto.

 

Gli esperti si interrogano e lavorano per definire strategie di intervento, ma è importante ascoltare gli esperti, fare in modo di mettere in atto il prima possibile queste strategie, organizzare un grande piano di intervento che coinvolga tutti, bisogna che le iniziative partano prima e soprattutto dagli organi governativi.

 

A mettere la ciliegina sulla torta, poi, a parer mio, sono i social media, perché tutti si sentono in diritto di scrivere e di parlare con termini di campi di non propria competenza, si imita ciò che si legge, ci si appropria di pensieri… Quasi sembra che si aspetti una tragedia per scrivere o registrare ed essere così acclamati attraverso le tante visualizzazioni e i tanti commenti… A quanto pare si aspettano le tragedie per nutrire il proprio ego facendo un lavoro di appropriamento di termini e concetti non di propria competenza.

 

Bisogna assolutamente arginare questo fenomeno così da poter evitare la diffusione di concetti distorti attraverso l’abuso che si fa attraverso i social.

 

Se vogliamo fare un uso sano dei social, potremmo, per esempio, considerarli come uno strumento di integrazione per un piano di psicoeducazione all’affettività e tanto altro ancóra! Non lasciamo il termine “Amore” senza una definizione, costruiamo insieme i valori che fanno da fondamenta all’Amore, anche e soprattutto per coloro che sono state vittime dei falsi valori!

Anna.Massini, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Anna.Massini, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons


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