top of page

La polarizzazione ideologica americana

Il panorama politico americano è in fermento, con la corsa alla Casa Bianca che ha preso una svolta inaspettata. Dopo il ritiro di Joe Biden, Kamala Harris si è trovata al centro della scena, contrapposta a un Donald Trump che sta affrontando il momento più difficile della sua carriera politica, segnato e condizionato anche dal recente attentato fallito ai suoi danni. L’immagine del sorriso raggiante della Harris si contrappone al volto imbronciato di Trump, simbolo di due visioni del mondo e strategie politiche diametralmente opposte.

Fotomontaggio: sfondo (Dean Franklin, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons) e Trump (png di Basile Morin, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)

In questo contesto di crescente tensione, ci si può chiedere: come si è arrivati a una situazione così divisiva?

 

La mentalità dominante negli Stati Uniti è caratterizzata da una polarizzazione ideologica marcata e da un forte attaccamento all'identità partitica. Questa polarizzazione non si limita alle scelte elettorali, ma permea anche la percezione di temi fondamentali come l'immigrazione, il cambiamento climatico e la giustizia sociale. Karl Marx osservava che "la storia di ogni società sinora esistita è storia di lotte di classi". Negli Stati Uniti, questa lotta si manifesta non solo attraverso le divisioni economiche, ma anche attraverso fratture culturali e politiche che separano la popolazione in blocchi contrapposti. La politica americana è dunque profondamente influenzata da questa polarizzazione ideologica. La divisione tra progressisti e conservatori si è intensificata nel tempo, in gran parte a causa di un sistema elettorale che spesso distorce la rappresentanza della volontà popolare, inasprendo le tensioni tra le diverse fazioni. Ciò ha portato a un panorama in cui gli elettori si sono progressivamente spostati verso gli estremi ideologici, lasciando sempre meno spazio per il compromesso e alimentando una retorica conflittuale che pervade il discorso pubblico.

kalhh, CC0, via Wikimedia Commons

Il pensiero critico di Piergiorgio Odifreddi offre una chiave di lettura illuminante su queste dinamiche. Odifreddi ha spesso sottolineato come la società americana sia intrinsecamente legata a un modello capitalistico, a scapito di una visione collettiva e inclusiva. Questo orientamento ha contribuito a radicalizzare le posizioni politiche, in quanto l'accumulo di ricchezza e potere è divenuto un obiettivo centrale per molti, polarizzando ulteriormente il dibattito pubblico.

 

L'influenza della religione nella politica americana, altro tema molto caro a Odifreddi, aggiunge un ulteriore livello di complessità. La fusione tra fede e politica ha reso infatti più difficile il dialogo sui diritti civili e le libertà individuali, contribuendo a una divisione che non è solo ideologica, ma anche etica e morale.

Tornando al tema della polarizzazione, le strategie politiche e mediatiche di maggior successo hanno da sempre sfruttato questa divisione, utilizzando tecniche avanzate di microtargeting, messaggi populisti, mobilitazione e, in alcuni casi, diffusione di disinformazione. Questo scenario ha portato a un contesto politico altamente conflittuale, in cui il dialogo è sempre più raro.

 

L'identità partitica è diventata una parte fondamentale dell'identità personale per molti americani. Ciò si traduce in una forte lealtà al proprio partito, spesso al punto di rifiutare compromessi o di non prendere in considerazione opinioni alternative. C'è una crescente diffidenza e ostilità verso gli elettori dell'altro partito. Questa dinamica è accentuata dalla tendenza dei media e delle piattaforme social a creare “bolle” di informazione, in cui gli individui sono esposti solo a notizie e opinioni che confermano le loro convinzioni preesistenti (vedi articolo su Bias Cognitivi).

 

La società americana, con il suo forte orientamento materialistico e capitalista, esalta il successo individuale, ma si sta anche rendendo conto delle profonde disuguaglianze che tale sistema ha contribuito a creare. Il confronto tra Harris e Trump è, in un certo senso, un riflesso di questa consapevolezza: da un lato, la possibilità di un futuro più equo; dall'altro, la persistenza di un passato segnato dalla divisione e dal conflitto. Adesso, mentre Kamala Harris, erede politica del progressismo democratico, guadagna terreno nei sondaggi, in particolare nei cruciali stati del Wisconsin, Pennsylvania e Michigan, Trump si trova spiazzato dalla crescente popolarità della sua rivale. Un sondaggio del New York Times mostra Harris in vantaggio di quattro punti percentuali in questi stati, storicamente determinanti per il successo presidenziale.

Mobilus In Mobili, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Gli elettori vedono in Harris una leader competente e caratterialmente più adatta per la guida del paese, rispetto a un Trump la cui retorica e atteggiamento irrispettoso stanno perdendo quel suo provvidenziale appeal. Questo potrebbe riflettere un cambiamento nella mentalità dell'elettorato americano, sempre più critico verso un modello politico e sociale che privilegia la forza, simbolo di un capitalismo sfrenato e di una politica estera aggressiva. In questo clima, il sorriso di Kamala Harris non è solo il segno di una campagna elettorale di successo, ma rappresenta anche la speranza di un elettorato che desidera un cambiamento, un ritorno a valori più inclusivi e rispettosi.

Komentarai


Unisciti ai canali

  • Instagram
  • Facebook
  • Whatsapp
bottom of page