Il nuovo pontefice eletto sotto un bacio
- Dario Codelupi
- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Papa Leone XIV e la sfida LGBTQIA+: il bacio che ha fatto il giro del mondo
L’elezione di Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha catalizzato l’attenzione globale sia per la sorpresa del suo nome, sia per il clima di attesa sulla direzione che intraprenderà la Chiesa nei confronti della comunità LGBTQIA+. Un tema che, già durante il pontificato di Francesco, aveva segnato una svolta nel dialogo ecclesiale, aprendo spiragli di inclusione e misericordia, pur senza modificare la dottrina.

Il bacio in Piazza San Pietro: simbolo e scandalo
Durante la proclamazione, le telecamere hanno immortalato il bacio tra Juan e Bruno, due ragazzi che si sono scambiati un gesto d’affetto in Piazza San Pietro, proprio sotto gli occhi di migliaia di fedeli.
«Era solo un bacio, ma nel 2025 fa ancora scandalo», hanno dichiarato i protagonisti, diventati in poche ore simbolo di visibilità e scandalo internazionali.
La reazione dei fedeli LGBTQIA+
La comunità ha accolto il bacio come un gesto di grande valore simbolico e di visibilità. La dimostrazione d’affetto, rapidamente diventata virale, è stata letta come un segnale di presenza e orgoglio, in un luogo e in un momento storicamente ostili e distanti dalle rivendicazioni della comunità.
Molti attivisti e testate di settore hanno sottolineato come il gesto rappresenti una normalizzazione dell’amore omosessuale anche negli spazi più tradizionali e carichi di significato religioso, rompendo un tabù che la Chiesa aveva a lungo mantenuto. Infatti, il bacio, oltre ad essere stato un atto d’amore spontaneo, ha rappresentato una rivendicazione del diritto di esistere, persino nel cuore del cattolicesimo.
Le posizioni del nuovo papa inerentemente alla comunità LGBTQIA+
Le posizioni del nuovo pontefice nei confronti della comunità sono il risultato di un percorso evolutivo che riflette tanto elementi di continuità col pontificato di Francesco, quanto una cautela più dottrinale.
In passato, Prevost aveva assunto posizioni conservatrici. Nel 2012, ad esempio, criticò apertamente la promozione di stili di vita omosessuali e di famiglie alternative composte da partner dello stesso sesso e dai loro figli adottati, definendole in contrasto con il Vangelo.
Negli ultimi anni, però, la sua posizione si è avvicinata a quella del Papa precedente, soprattutto sul piano pastorale. Prevost ha infatti sostenuto la dichiarazione Fiducia supplicans del Dicastero per la Dottrina della Fede, che apre alla possibilità di benedizioni per le coppie omosessuali. Tuttavia, questa apertura non implica un riconoscimento delle unioni omosessuali come matrimonio, né una revisione della dottrina tradizionale, in quanto, la benedizione è concessa alle persone, non alle unioni in quanto tali.
Un pontificato tra passato e futuro
L’episodio del bacio in Piazza San Pietro resterà nella memoria come un segnale.
La comunità LGBTQIA+ cattolica, reduce da anni di dialogo e di piccoli passi avanti sotto Francesco, guarda ora al nuovo Papa con una miscela di speranza e timore.
«Non vogliamo veder morire il seme che Bergoglio ha piantato», consapevoli che la strada verso una piena accoglienza è ancora lunga e forse impossibile. Il pellegrinaggio giubilare dedicato ai fedeli LGBTQIA+, previsto per il prossimo settembre, è la prova di una Chiesa che si apre.