Due romanzi, due ragazzi che scoprono i segreti dell’universo
- Dario Codelupi

- 14 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Quando nel 2012 Benjamin Alire Sáenz pubblica Aristotle e Dante scoprono i segreti dell’universo, il panorama della letteratura young adult si arricchisce. Ambientata nell’El Paso del 1987, la storia di Aristotle Mendoza e Dante Quintana, due adolescenti messicani-americani, si è imposta come un classico contemporaneo, capace di parlare a generazioni diverse affrontando temi universali. Tutto giocato nel contesto storico della pandemia da AIDS e le contestazioni omofobiche.

Due ragazzi e due universi
Aristotle, chiamato Ari, è un ragazzo introverso, segnato dal silenzio che avvolge la sua famiglia, dal peso di un fratello in prigione e dagli incubi ricorrenti inerenti. Dante, al contrario, è solare, curioso, innamorato dell’arte e della poesia ed è parecchio eccentrico, oltre ad essere un ragazzo carismatico. Il loro incontro, apparentemente casuale, avviene in piscina, Dante si offre di insegnare ad Ari a nuotare, dando il via a un legame che si rivelerà trasformativo per entrambi.
Nonostante le differenze, i due ragazzi scoprono di condividere molto più di quanto immaginassero. Insieme, imparano a ridefinire i confini dei loro mondi e a mettere in discussione le certezze con cui sono cresciuti. I romanzi seguono il loro percorso di crescita, tra momenti di leggerezza e profondi turbamenti, mentre affrontano le difficoltà dell’adolescenza e il processo di accettazione della propria omosessualità.
Come si sviluppa il rapporto di Dante e Ari
Il rapporto tra Ari e Dante vivrà uno sviluppo graduale all’interno dei due romanzi scritti dal punto di vista di Ari e in prima persona. Da semplici conoscenti, poi amici e, dopo un trauma importante, si innamorano. Dante diventa il primo vero amico di Ari, la persona con cui può essere autentico, mentre Ari è l’unico con cui Dante si sente davvero compreso.
Nel corso del primo romanzo, questa amicizia si fa sempre più intensa e intima. I due condividono pensieri, sogni e paure, imparando l’uno dall’altro e crescendo insieme. Tuttavia, la consapevolezza dei propri sentimenti non è immediata: Dante si dichiara omosessuale e manifesta apertamente il suo affetto per Ari, dopo che questi gli salva la vita, mentre Aristotle fatica ad accettare e comprendere i propri sentimenti, reagendo inizialmente con confusione e resistenza, soprattutto dopo il primo bacio chiesto da Dante.
La distanza fisica e le difficoltà personali mettono alla prova il loro legame, ma non lo spezzano. Durante l’assenza di Dante, Ari riflette molto su sé stesso e sul significato della loro amicizia. Quando Dante torna, la relazione tra i due si approfondisce ulteriormente, anche grazie a eventi traumatici come l’aggressione subita da Dante a causa di un gruppo di liceali omofobi. Questo episodio spinge Ari a confrontarsi con le proprie paure e a riconoscere finalmente l’amore che prova per Dante, spronato anche dalla madre e dal padre.
Nel secondo romanzo, Aristotle e Dante si immergono nelle acque del mondo, la relazione tra Ari e Dante si evolve ulteriormente: ora sono una coppia a tutti gli effetti. Ari è finalmente pronto a vivere apertamente il suo amore per Dante. Insieme affrontano le sfide della crescita, dell’accettazione sociale e della costruzione di un futuro condiviso, imparando a sostenersi e a credere l’uno nell’altro anche di fronte alle difficoltà.
In che modo la cultura messicana-americana si presenta nei due romanzi
Centrale è la difficoltà dei protagonisti a identificarsi pienamente nell’identità statunitense e messicana. Essendo nati negli Stati Uniti da famiglie di origine messicana, Ari e Dante si sentono talvolta troppo americani per essere considerati veramente messicani e troppo messicani per essere completamente americani. Questo senso di liminalità influenza profondamente il modo in cui vedono sé stessi e il mondo.
Dante, in particolare, fatica ad abbracciare la propria identità messicana, non si riconosce nei tratti culturali tradizionali e si sente a disagio quando viene identificato come messicano, mentre allo stesso tempo non si sente del tutto statunitense. Questa tensione si riflette nei piccoli dettagli quotidiani e nelle aspettative familiari, come l’uso di soprannomi o certe abitudini considerate tipicamente messicane, che Dante tende a rifiutare o a mettere in discussione.
La cultura messicana-americana si manifesta anche nel forte senso della famiglia, nei legami profondi ma spesso segnati da silenzi. La famiglia di Ari, ad esempio, evita di parlare del fratello maggiore in prigione, preferendo cancellarne il ricordo piuttosto che affrontarlo. Questo atteggiamento riflette una certa reticenza tipica di alcune famiglie di origine messicana, in cui la sofferenza viene spesso vissuta in silenzio e la comunicazione emotiva non è sempre diretta, un altro esempio è il silenzio del padre di Ari, dovuto al trauma postguerra del Vietnam.
Conclusione
Con la dilogia di Aristotle e Dante, Benjamin Alire Sáenz ha regalato alla letteratura occidentale una storia di formazione che è anche un potente inno alla diversità e alla speranza. I suoi protagonisti, fragili e coraggiosi, restano impressi nella memoria del lettore come simboli di una generazione che non ha paura di cercare la propria verità, anche quando il mondo sembra remare contro.
In un’epoca in cui la rappresentazione conta, la storia di Ari e Dante ispira, ricordandoci che l’universo è davvero un posto enorme e difficile, ma che insieme si può imparare a scoprire.





