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Ricordatela come vi pare, noi lo facciamo con ammirazione

Quest’anno, in onore dell’anniversario della morte di Michela Murgia, attivista, scrittrice, opinionista e modello da seguire italiano, noi della Bottega delle Filosofie, abbiamo deciso di ricordarla pubblicamente, condividendo con i nostri lettori un po’ dell’essenza di questa donna meravigliosa che ha rivoluzionato ogni anima sia venuta a diretto contatto con lei o con i suoi pensieri, espressi in modo diretto e coinvolgente in tutti i suoi testi, compreso quello a cui oggi faremo maggior riferimento, ovvero in Ricordatemi come vi pare.


Michela Murgia nasce in Sardegna il 3 giugno 1972 e, sin dall’inizio della sua vita, ha dovuto dimostrare la propria forza di volontà per affermare sé stessa, la propria identità, rifiutando di piegarsi al volere altrui. Forse questa è stata una personalità frutto di dinamiche che qualcuno potrebbe definire quanto meno disfunzionali, e che lei invece descrive solo come il risultato semplice e diretto del patriarcato, della cultura di Cabras e di un’epoca molto diversa dalla nostra, ma di cui potremmo riconoscere dei tratti nella nostra realtà. Ha lasciato casa sua a soli diciotto anni, decidendo di vivere con la sorella di sua madre che non aveva avuto figli, scoprendo così in prima persona il significato concreto di “filiazione d’anima”, qualcosa di cui ha parlato in svariate occasioni, interviste e infine nel suo libro postumo; un concetto interessante che potrebbe far storcere il naso a chi basa gli affetti sul possesso, ma far decisamente sorridere chi invece ha capito il senso della vita, dei legami che si creano tra le persone, quei legami profondi che vanno al di là del sangue, che appunto mettono le anime in contatto le une con le altre; una fortuna di cui in quest’epoca consumistica, pochi fanno esperienza.

 

Michela Murgia è stata una donna dai molti volti, una donna che ha lavorato in ambienti sempre diversi, una donna che in molti ritenevano problematica, a causa di quella sua moralità che le ha impedito di abbassare la testa e acconsentire a imbrogli e ingiustizie, la stessa moralità che le ha permesso di essere a volte l’unica voce a opporsi contro milioni di altre; una voce di cui ha saputo riconoscere le potenzialità perché l’ha usata fino all’ultimo per tentare di modellare la realtà e spingerla verso orizzonti più eguali, giusti e solidali per tutti in ogni ambito della vita. Uno di questi ambiti è il lavoro, infatti uno dei temi che tratta è proprio la crisi di questo mondo, il modo in cui il padrone si sente tale al punto da ignorare la dignità dei propri sottoposti; raccontando il dramma della nuova generazione che ha perso le certezze appartenenti ai padri e alle madri o persino ai nonni, poiché la parola d’ordine è ormai diventata “precarietà”.


È stata una politica che ha combattuto battaglie all’apparenza più grandi di lei, una donna che mentre cercava di risollevare le sorti della propria regione, trovando consensi inaspettati che hanno fatto preoccupare non poco gli oppositori, al punto da sentire la necessità di porle un freno il prima possibile; ha dovuto affrontare il cancro, e lo ha fatto in silenzio, perché i suoi problemi di salute, questa sua ritrovata e improvvisa fragilità, questo limite inaspettato, se reso pubblico, avrebbe potuto essere d’ostacolo al faticoso progetto volto a risollevare la Sardegna, che il suo partito stava proponendo. Ha affrontato politici ancora attuali, come Matteo Salvini, che l’aveva definita una radical chic, ricordandogli che aveva di fronte una donna con un vissuto concreto, sempre a contatto con la realtà nella sua dinamicità, una donna che aveva vissuto in primo piano i problemi affliggenti la società, mentre chi si permetteva di giudicarla era un politicante che aveva fatto questo sin dall’inizio, mantenendosi ben distante dal mondo reale. Nel parlare di politica affronta il tema dell’importanza e del potere che assume il linguaggio, citando Giorgia Meloni, che pur essendo donna rimane una figlia del patriarcato e lo dimostra facendosi chiamare “il presidente”, imponendo quindi il maschile onnicomprensivo e ricalcando dunque un concetto di potere che è solo al maschile. Parla di femminismo, xenofobia e indipendentismo, di diritti tolti alle minoranze e alla distinzione in base alla razza che i Ministri rendono attuali, facendoci notare come in questo modo siamo effettivamente tornati a un regime fascista che seppur nuovo ha radici antiche. Attraverso una serie di stories di Instagram, Michela Murgia ha provato a raccontare come tutto questo sia stato possibile, cosa abbia comportato ogni singola scelta e azione eseguita politicamente, nella realtà odierna, e in questo ultimo libro in cui ripresenta sé stessa e racconta la sua vita non giustificando le azioni che la descrivono, ma celebrandole, ricalca il contenuto di quanto condiviso sui social perché rimanga e non vada cancellato o perso dopo le consuete ventiquattro ore.

 

Michela Murgia è stata una scrittrice, ha iniziato narrando storie su un gioco interattivo chiamato Lot, dove ha stabilito legami con persone di cui non sapeva niente e con cui all’apparenza non avrebbe dovuto avere niente in comune, ma che in realtà sono diventati parte integrante della sua vita; ha poi scritto un blog sul suo lavoro in un call center, un blog che poi è diventato un libro intitolato Il mondo deve sapere, e da quel momento non si è più fermata. La sua penna è sempre stata un mezzo per riportare le persone alla verità, per spingere a cercare risposte, a non accettare in silenzio, a farsi sentire e a provare a dare un proprio contributo.

 

In Ricordatemi come vi pare risuona la sua sagacia, si percepisce lo spirito indomabile e libero che è stata a dispetto di tutto e tutti, leggerne il contenuto non significa soltanto ripercorrere la sua vita, ma continuare ad apprendere da lei. Ci ha lasciato un’ulteriore parte di sé, ci ha fatto un ulteriore regalo. Questa è un’opera letteraria che spinge alla riflessione, che ci spinge a mettere in discussione noi stessi e il nostro modo di reagire e interagire con il mondo.

 

Quindi oggi non soltanto vorremo ringraziare questa personalità meravigliosa per quanto ha fatto nell’arco della sua vita, ma nel ricordarla le poniamo omaggio per ciò che, grazie al suo lascito, in qualche modo continua a fare nella sua morte. Vi consigliamo di leggere il suo libro e per chi volesse avere un assaggio del suo contenuto o semplicemente avere una percezione di chi fosse Michela Murgia vi lasciamo questo video YouTube:

Lei ci ha lasciati dicendoci di ricordarla come ci pare, ebbene noi la ricorderemo con tutto il rispetto e l’ammirazione che merita.

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