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L’ermeneutica, Gadamer e la riabilitazione dei pregiudizi

Gadamer, filosofo tedesco allievo di Heidegger, morto nel 2002 all’età di 102 anni, è il principale esponente della corrente filosofica dell’ermeneutica, che in estrema sintesi si può considerare come una teoria elaborata e consapevole dell’interpretazione, con un’accezione legata anche alla traduzione di testi.

Wassili Lepanto und Hans-Georg Gadamer im Gespräch - Leena Ruuskanen, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Lo scopo della sua ricerca era quello di mettere in luce le strutture trascendentali del comprendere, sviluppando una nuova concezione dell’ermeneutica slegata dall’interpretazione dei testi e dell’intenzione dei loro autori, rivolta invece all’interpretazione della condizione umana.

 

Egli riteneva che l’interpretante può accedere all’oggetto interpretato solo in virtù di una serie di “pre-giudizi” che, nel loro insieme, costituiscono delle ipotesi di decodificazione dell’oggetto interpretato; ciò che si deve comprendere, quindi, è già in parte compreso: questo è il cosiddetto circolo ermeneutico

Army Photography Contest - 2007 - FMWRC - Arts and Crafts - Without a Face, a portrait of the Soul - Photo By: SGT Pablo Piedra - U.S. Army, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

In questo meccanismo di scambio soggetto-oggetto i pregiudizi sono riabilitati da Gadamer, che precisa il fatto che pre-giudizio non significa falso giudizio: essi possono essere intesi sia in chiava positica che negativa (come facevano gli illuministi), e sono pienamente legittimi in quanto parte integrante della nostra realtà di esseri sociali e storici.

 

Ciò nonostante, la “riabilitazione” del pregiudizio non significa che l’individuo debba affidarsi ciecamente ad ogni forma di credenza o autorità o che debba annullare la propria razionalità individuale, la quale si esprime attraverso il linguaggio, che per Gadamer è un infinito processo di auto-rappresentazione o di auto-manifestazione dell’essere e non una serie di immagini della realtà oppure di segni convenzionali utili ad esprimere un mondo già pre-linguisticamente noto.

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