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Israele e Iran, guerra regionale in Medioriente?

Il grande dilemma

 

L’attacco israeliano del 1° aprile al consolato iraniano di Damasco è stato plateale.

 

La distruzione della sede diplomatica situata in un paese alleato e l’uccisione di diversi generali in quello che nel diritto internazionale viene considerato un territorio sovrano è stato percepito da Teheran come un attacco diretto. La mossa israeliana ha posto l’Iran di fronte a un grande dilemma geopolitico e strategico: che fare?

Ali Khamenei in Ramadhan - Khamenei.ir, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

Teheran agisce

 

La risposta iraniana è arrivata sabato 13 aprile e ha segnato indubbiamente un inedito, e per certi versi inquietante, cambiamento dell’atteggiamento di Teheran nei confronti di Israele. A tal proposito, il primo dato decisivo da segnalare concerne la decisione degli Ayatollah di colpire il paese direttamente dal proprio territorio, azione mai accaduta prima.

 

La posta in gioco

 

Da oltre vent’anni, l’Iran ha costruito una fitta rete d’influenza fatta di appoggi e alleanze con attori statali e no, che si estende dal cuore della Persia fino al Mediterraneo. Una profondità strategica che mette al sicuro l’Iran dai suoi nemici ma che vede in prima linea i suoi alleati regionali, esposti ai nemici dell’impero.

Flag map of the Middle East - ThePartOfLife123, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Dopo l’attacco al complesso diplomatico, Teheran doveva scegliere se rimanere immobile e rischiare di perdere il sostegno presso i suoi alleati o reagire brutalmente, cadendo in una trappola che avrebbe trascinato l’intera nazione in un futuro dove non c’è più posto per la guida degli Ayatollah e il suo programma nucleare (giunto quasi al completamento).

 

La percezione interna

 

L’Iran, anche per una questione di immagine interna, non poteva rimanere inerme. Effettivamente Reza Zahedi, comandante delle forze Quds iraniane, è stata l’eliminazione di più alto spicco dalla morte di Qassem Soleimani per mano degli Stati Uniti in Iraq nel gennaio del 2020. Ma risulta difficile credere che l’intento iraniano fosse quello di scatenare un grande conflitto con Israele; già qualche ora dopo la prima ondata di droni lanciati contro Israele Teheran ha esplicitato che la “questione fosse chiusa”.

 

La risposta iraniana

 

La risposta è stata calibrata per evitare la trappola israeliana. L’attacco è stato annunciato con diverse ore d’anticipo, permettendo alle forze israeliane e alleate (USA, UK, Francia e Giordania) di far decollare i caccia per intercettare in volo i numerosi droni molto lenti (185Km/h di velocità max) e con oltre un migliaio di chilometri di strada da percorrere. Ciò che rimaneva dell’enorme sciame di droni ha sorvolato lentamente il territorio israeliano dove è stato abbattuto dal sistema di difesa aerea multistrato composto dalla triade Iron Dome, Davis Sling e Arrow-2/3. Un mix di missili balistici antiquati e moderni accompagnato da una piccola salva di missili da crociera è stato diretto verso basi aeree situate nel deserto, lontano dai conglomerati urbani.

The moment Iran launched ballistic missiles towards Israel, 14 aprile 2024 - خبرگزاری مهر, CC0, da Wikimedia Commons

Esiti e conseguenze

 

La risposta iraniana è riuscita a creare l’impatto psicologico e simbolico che ci si aspettava senza arrecare molti danni. Israele ha avuto una notte di panico ma anche grazie al sostegno dei suoi alleati ne è uscito indenne.

Benjamin Netanyahu - U.S. Department of State from United States, Public domain, via Wikimedia Commons

Netanyahu potrebbe ritenere la vicenda conclusa, tuttavia la dottrina israeliana opera secondo meccanismi e riflessi condizionati che potrebbero spingere tutto il paese ad un ulteriore escalation. «Dobbiamo essere percepiti dal nemico come un cane pazzo, troppo pericoloso per essere disturbato» ripeteva spesso Moshe Dayan, generale israeliano, che riassume il concetto strategico di Tel Aviv: colpire sempre per primi, impedendo alle minacce di materializzarsi e, se si subisce un colpo, reagire in maniera sproporzionata.




 

Articolo scritto in collaborazione con COLUMBUS


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