Capitolo 1: Cammino per la strada. C’è una profonda buca nel marciapiede. Ci cado. Sono persa… sono impotente. Non è colpa mia. Ci vorrà un’eternità per trovare come uscirne.
Capitolo 2: Cammino per la stessa strada. C’è una profonda buca nel marciapiede. Fingo di non vederla. Ci ricado. Non riesco a credere di essere in quello stesso posto. Ma non è colpa mia. Ci vuole ancora molto tempo per uscirne.
Capitolo 3: Cammino per la stessa strada. C’è una profonda buca nel marciapiede. Vedo che c’è. Ci cado ancora… è un’abitudine. I miei occhi sono aperti. So dove sono. È colpa mia. Ne esco immediatamente
Capitolo 4: Cammino per la stessa strada. C’è una profonda buca nel marciapiede. La aggiro
Capitolo 5: Cammino per un’altra strada
(Portia Nelson)
“Fai psicoterapia? E perché? Stai male?” Tante volte chi decide di iniziare un percorso di psicoterapia o lo nasconde o, quando lo condivide, riceve queste tipologia di domande.
Ma davvero la psicoterapia è solo per i matti e per chi ha problemi? Per rispondere a questa domanda, forse è necessario fare un passo indietro e provare a conoscere ciò che sta alla base di una psicoterapia.
In questo articolo approfondiremo alcuni nodi centrali dell’Analisi Transazionale (AT) e lo faremo partendo proprio dai versi della poesia di Portia Nelson, Autobiografia in cinque brevi capitoli che può essere considerata un’ottima immagine di quello che è un processo psicoterapico in cui la persona è sollecitata a prendere delle decisioni e a diventare responsabile per attuare scelte consapevoli e profonde.
Lo scopo della terapia non è la guarigione, in quanto non c’è nulla da cui guarire, ma è quello di aiutare il paziente a prendere nuove decisioni
Eric Berne, fondatore dell’AT, in merito alla psicoterapia, affermava, che il terapeuta non guarisce nessuno, ma può agire in maniera tale che il potenziale curativo del paziente si metta in moto per stimolare l’autonomia della persona, che è capace di utilizzare attivamente e in modo responsabile le proprie risorse e competenze, per fare delle scelte efficaci e funzionali riguardo ai propri desideri e alla propria realtà. Lo scopo della terapia non è la “guarigione”, in quanto non c’è nulla da cui guarire, ma è dunque quello di aiutare il paziente a prendere nuove decisioni pensando, sentendo e comportandosi in modo diverso da quanto deciso in passato.
Per l’ AT sono fondamentali: l’importanza dell’autonomia e della responsabilità nei confronti di sé e degli altri; il potenziale di crescita della persona, la sua capacità di autodeterminarsi, di scegliere e di decidere; il valore intrinseco delle persone: ovvero il loro essere OK, per il semplice fatto che esistono.
Dunque, intraprendere un percorso di psicoterapia, per l’AT, significa farsi aiutare a trovare il proprio potenziale intrinseco per poter essere autonomi e responsabili nelle proprie scelte verso se stessi e verso gli altri.
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