Due occhi, uno sguardo, un frutto e un desiderio. Pochi elementi, che nella loro potenza, ci raccontano uno spaccato sociale, forse, troppo spesso bistrattato. Colpiscono gli occhi della bambina mentre guarda quella pesca sul rullo della cassa del supermercato: sono occhi di una bambina che ha vissuto un dolore, lo sta vivendo e, forse, continuerà a viverlo e che, visto il comportamento che assume, tiene per sé e non lo condivide.
Molti hanno subito puntato il dito sui due genitori che “si sono separati”, lasciando la bambina infelice… ma siamo certi che sia solo così e che non ci possono essere altre letture?
Dallo spot dell’Esselunga, di cui si è tanto parlato dal punto di vista sociologico, educativo, pubblicitario, politico emerge una profonda solitudine ed è proprio quella componente emotiva che ha toccato le corde emotive di molti adulti. Noi “adulti” siamo responsabili, con le nostre scelte, di ciò che i bambini poi vivono.
Mi preme, inoltre, sottolineare un aspetto psicologico che non può essere trascurato: il dolore della bambina. Ma perché la bambina sperimenta quel dolore? Molti hanno subito puntato il dito sui due genitori che “si sono separati”, lasciando la bambina infelice… ma siamo certi che sia solo così e che non ci possono essere altre letture? Non abbiamo elementi per stabilirlo perché si tratta di uno spot di pochi minuti dove viene riportato uno spaccato di vita momentaneo, dove non c’è un prima e un dopo. È bene, però, fare un po' di chiarezza su alcune dinamiche emotive che afferiscono al tema della separazione genitoriale.
La separazione genitoriale, per l’appunto, è quel processo in cui i figli sono osservatori apparenti, ma che in realtà entrano a far parte di un “gioco” familiare in quanto, implicitamente, assumono ruoli diversi, dentro di sé, schierandosi a volte con un genitore, a volte con l’altro genitore, talvolta mediando il conflitto, etc. Quindi i bambini non sono mai attori passivi di questa dinamica, perché con il loro mondo emotivo, spesso non condiviso o non consapevole, influiscono sulle decisioni che i genitori andranno a prendere e vivono sulla loro pelle le conseguenze di una decisione presa dagli adulti. Ma siamo così sicuri che la scelta della separazione sia la più nociva per i bambini?
La qualità della nuova relazione che si instaura tra gli ex-coniugi e la conflittualità genitoriale sono gli elementi che incidono sul benessere dei figli e ciò vale anche per le coppie non separate
Diversi studi hanno dimostrato come la separazione fra i genitori non comporti conseguenze psicologiche o comportamentali sul lungo termine, né particolari difficoltà a mantenere legami affettivi stabili. Uno studio condotto dal Journal of the American Academy of Child Psychiatry (1995) ha mostrato, infatti, attraverso un’osservazione ventennale di famiglie separate in maniera conflittuale e non, come i figli, in media, utilizzino un tempo di 18 mesi per ritrovare un nuovo equilibrio e che solo nel 20% dei casi di separazione, i figli presentano conseguenze psicologiche e comportamentali a lungo termine.
Dunque la separazione non genera un danno psicologico, ma ciò che incide a livello psicologico e anche sul comportamento dei figli, è il modo in cui la separazione viene gestita e comunicata ai figli stessi, nello specifico è il “come” vengono comunicate e gestite le decisioni della coppia genitoriale ad essere determinante. La qualità della nuova relazione che si instaura tra gli ex-coniugi e la conflittualità genitoriale sono pertanto gli elementi che incidono sul benessere dei figli e ciò vale anche per le coppie non separate. Per quest’ultime in cui il tasso di conflitto è alto, duraturo e cronicizzato, separarsi “bene” è un fattore protettivo per i figli. Anche perché le coppie che si separano in maniera disfunzionale, sono quelle coppie in cui il rapporto era disfunzionale e conflittuale da prima della separazione e quindi non è la separazione in sé a generare, eventualmente, danni psicologici.
In conclusione, lo spot in esame, può essere un utile strumento di riflessione, non per polarizzare l’attenzione sull’appropriatezza e correttezza di una separazione genitoriale, non è una guerra tra pro e contro, tra famiglie unite e famiglie separate, ma un’occasione per evidenziare e sottolineare come sia fondamentale curare e potenziare la qualità della relazione tra i genitori (l’empatia, l’accoglienza, il rispetto reciproco, la capacità di ascoltare) essendo l’aspetto sicuramente più importante per assicurare un benessere psicologico ai propri figli, più di quanto lo sia l’essere insieme o separati.
Mi trovi perfettamente d’accordo