Le grandi festività cristiane mi danno sempre lo spunto per riflettere sullo stato di salute della Chiesa. Il 1° Novembre è una di queste: migliaia di fedeli oggi affolleranno i banchi di tutte le parrocchie, dei grandi santuari, basiliche e cappelle cimiteriali per celebrare la santità e ricordare i propri defunti.
C’è da dire anche che negli ultimi anni, la Chiesa cattolica sta facendo i conti con un numero sempre più crescente di fedeli disaffezionati, di bambini che, dopo la prima comunione, dimenticano la strada che conduce alla propria parrocchia. Infatti in base a numerose ricerche, è stato dimostrato che il numero di coloro che non credono è cresciuto notevolmente in tutto il mondo. Il maggiore benessere, la crescente globalizzazione, la tecnologia diffusa hanno determinato una drastica diminuzione della pratica religiosa, determinando un aumento di coloro che si dichiarano “atei”. Ma qual è la causa di questo fenomeno? Perché improvvisamente l’individuo smette di credere in Dio?
Molti studiosi concordano sul fatto che la religione perde la sua importanza in quei paesi che vivono una certa stabilità economica, politica e sociale. In questi contesti è la società ad offrire quelle sicurezze e rassicurazioni di cui la gente ha bisogno e che fino a poco tempo fa era offerta dalla religione. Anche l’innalzamento del livello di istruzione ha contribuito a far aumentare il numero di coloro che hanno preso le distanze dalla fede. Ciò ovviamente non significa che improvvisamente tutto il mondo è divenuto ateo.
In questo scenario ci sono però evidenti contraddizioni. Quelle stesse persone che si dichiarano atee e lontane dalle pratiche religiose, non disdegnano di consultare gli oroscopi, o di affidarsi al sedicente mago di turno, o praticare lo yoga come moda del momento e venerare la natura come fosse una dea.
Allora è il caso di capire quale sarà il posto che occuperà la religione nel futuro dell’uomo. L’uomo religioso farà spazio all’uomo dall’anima solo razionale, incapace di comprendere l’idea del trascendente? Scenari apocalittici di chiese semi deserte fanno tremare i polsi alle gerarchie ecclesiali e che temendo un ritorno della “secolarizzazione”, si aggrappano a quei pochi affezionati, senza riuscire a parlare a chi oramai ha preso altre strade.
Ma la storia ci ha dimostrato che il sentimento religioso ha saputo resistere ad ogni genere di attacco, anzi ha avuto la capacità di mutare ed evolversi proprio come ha fatto l’uomo.
C’è da dire che sono soprattutto i giovani ad aver sviluppato un certo malessere verso la religione, soprattutto verso quella Cattolica, considerata troppo istituzionale, rigida e strutturata, in una società dove tutto cambia velocemente. Il rigidismo religioso, i riti, le gerarchie sono considerati come qualcosa di anacronistico che non si addice più alla liquidità del nostro tempo. Per tali motivi, molti giovani si mettono alla ricerca di quel movimento religioso che possa soddisfare le proprie aspettative e riempire il vuoto esistenziale che li attanaglia.
La diffusione di nuovi movimenti religiosi o semplicemente di un diffuso malcontento verso la religione, è un importante indicatore di un cambiamento sociale e culturale che è attualmente in atto. L’uomo moderno probabilmente cerca una religione tangibile, concreta, un’esperienza che possa offrirgli quelle risposte pronte di cui ha bisogno. Molti cercano un rifugio, un porto sicuro dove trovare conforto e riparo da una società in cui non si riconoscono più. Le nuove generazioni non si accontentano più di risposte vaghe e di spiegazioni semplicistiche, desiderano conoscere e per questo sono anche disposti ad accogliere la fede.
I giovani, al contrario di come si possa pensare, cercano Dio e desiderano incontrarlo, vogliono stabilire con lui un rapporto personale, intimo, probabilmente senza bisogno di intermediari, pregandolo privatamente e senza formule predefinite. La fede e il Dio che i giovani cercano non hanno a che fare con formule, riti o divieti bensì con una ricerca di senso che possa aprirli al futuro e alla speranza. E allora in occasione di questa festività non posso che augurarmi che ogni cristiano, ogni fedele, o semplicemente “religioso” possa guardare a questa occasione con animo rinnovato, per riscoprire il proprio senso spirituale.