L’anniversario degli eccidi contro civili, viene spesso visto da noi come un fatto storicamente collocato durante il fascismo e la seconda guerra mondiale che non potrà ripetersi se riusciamo a conservare la nostra democrazia, sia pure imperfetta ma ratificata dalla nostra Costituzione.
Alla fine di settembre si ricorda una delle stragi naziste più sanguinose, avvenuta con la complicità dei fascisti, dove furono massacrati centinaia di donne, anziani e bambini inermi. Un sopravvissuto, Ferruccio Laffi, è diventato il testimone che la ricorda nel libro di Margherita Lollini[1] che andrebbe letto nelle scuole.
A Monte Sole fu praticata una carneficina incontrollata che, come a Sant'Anna di Stazzema o al Padule di Fucecchio, mirava a sterminare l'intera popolazione. L’eccidio, conosciuto come strage di Marzabotto, fu perpetrato dai nazisti alla fine di settembre 1944 in 115 luoghi diversi nel territorio dei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi. é uno dei crimini più efferati di tutta la Seconda guerra mondiale commesso ai danni della popolazione civile.
Al ritorno a Casaglia nel maggio del 1945 il parroco di Montorio lascerà testimonianza della desolazione trovata: «Sembra di passare per la terra dei morti. Tutto è diroccato, tutto è distrutto: case, poderi, terreno, e la chiesa, canonica, campanile non sono che un ammasso di rovine.» Le mine disseminate dai tedeschi in ritirata continueranno a uccidere, fino al 1966, altre 55 persone. Nel 1951 il paese di Caprara sopra Panico, già sede comunale, sarà dichiarato "nucleo abitato scomparso".
La caduta di Mussolini il 25 luglio aveva aperto speranze di libertà e di pace. Purtroppo la fine del fascismo e della guerra erano ancora tutte da conquistare. Ufficialmente l’Italia continuava il conflitto al fianco dei tedeschi e, su ordine di Badoglio, era proclamata la legge marziale; ogni assembramento di più di tre persone doveva essere sciolto con la forza. Intanto Hitler organizzava un massiccio invio di truppe tedesche in Italia, che si andavano ad aggiungere alle forze già dislocate nel nostro paese. Ormai la fiducia del Führer nell’alleato italiano si era ridotta al minimo.
Dopo l’arresto di Mussolini, il governo italiano avviò trattative segrete con gli Alleati, e il 3 settembre, a Cassibile, fu firmato l’armistizio, reso noto alla popolazione tramite un annuncio alla radio solo l’8 settembre, senza comunicare ordini agli alti gradi dell’esercito. I reparti che resistettero ai tentativi di disarmo, vennero travolti. Fra gli scampati, molti fuggirono verso casa, altri diedero vita a formazioni partigiane che animeranno poi la Resistenza.
Da quel momento i tedeschi da alleati divennero invasori nemici. La Wermacht concretizzò un piano di occupazione della penisola già pianificato dall’abile macchina da guerra nazista in caso di defezione dell’Italia. Le truppe tedesche dilagarono occupando tutta la parte di Italia non ancora in mano alleata e dichiarando il territorio italiano “zona di guerra”.
Gli Alleati, nella lenta risalita verso nord, dovettero affrontare una linea difensiva messa in atto dal feldmaresciallo Kesselring: la Linea Gotica. Andava da Massa Carrara a Rimini e aveva lo scopo di proseguire la tattica della ritirata combattuta, già attuata dai tedeschi fin dai primi sbarchi alleati in Sicilia, per infliggere al nemico il maggior numero di perdite, in modo tale da rallentare e addirittura fermare l’avanzata anglo-americana, difendendo la Pianura Padana e quindi l’accesso alla Germania attraverso il Brennero. Solamente nei primi giorni di aprile del 1945, le forze alleate diedero vita all’offensiva finale sfondando la Linea Gotica e dilagando dalla Pianura Padana verso l’Italia del nord.
La strage di Marzabotto/ Monte Sole, dal 29 settembre al 1° ottobre 1944, si colloca alla fine di una terribile “marcia di morte” da parte dell’esercito tedesco, iniziata in Toscana durante la ritirata. L’esercito alleato indugiava e Kesselring, per proteggersi dai partigiani (circa 70-80.000 uomini attivi nei movimenti di resistenza sulle montagne della Toscana e dell’Emilia-Romagna), ordinò di fare terra bruciata nelle retrovie tedesche allo scopo di coprirsi la ritirata. Doveva essere bloccata qualsiasi attività partigiana sulla Linea Gotica, prima nel tratto appenninico tosco-emiliano e poi in quello bolognese della Valle del Reno.
Gli eccidi assunsero il nome di “Strage di Marzabotto” anche se furono consumati nei numerosi paesi e frazioni attorno a questo comune. Si tratta del più grave crimine di guerra contro l’umanità, compiuto verso la popolazione civile dalla Germania Nazista nell’Europa occidentale, durante la Seconda Guerra Mondiale. Il mandante della strage fu il feldmaresciallo Kesselring. La conduzione materiale fu affidata al Maggiore Walter Reder comandante del XVI Gruppo corazzato, soprannominato “il monco” a causa della mancanza del braccio sinistro perso in Ucraina.
In Italia iniziò il suo lavoro di “pulizia” verso la fine di giugno del 1944 partendo dalla Versilia ed arrivando nel Bolognese, lasciando dietro di sé una scia di sangue di oltre 3000 morti: uomini, donne, vecchi e bambini. La maggior parte delle stragi durante questa macabra ritirata erano immotivate perché, nelle zone interessate, non c’erano più partigiani combattenti, già rifugiatisi altrove, ma solo povera gente terrorizzata (come sottolineato nella sentenza di condanna a Reder).
Queste le indicazioni del Comando Supremo Tedesco del 16 novembre 1942: «In questa lotta occorre liberarsi dello spirito cavalleresco del soldato e non tener conto delle clausole della Convenzione di Ginevra. Se questa lotta contro le bande, sia all’Est che nei Balcani, non verrà condotta nel modo più brutale non potremo dominare questa peste. Di conseguenza, il diritto ed il dovere è di impiegare in questa lotta tutti i mezzi, senza limitazioni di sorta, anche contro le donne ed i bambini». A queste indicazioni fecero poi seguito gli ordini diramati da Kesselring il 4 agosto 1944 con le indicazioni riguardanti la lotta al banditismo. Si crearono così in Italia le condizioni di una guerra ai civili che generò una scia ininterrotta di stragi che hanno nell’eccidio di Monte Sole l’evento più tragico per il numero di vittime coinvolte.
[1] Lollini Margherita, Io, sopravvissuto di Marzabotto, Longanesi, Milano, 2021
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