Pace in dialogo: il cammino delle religioni a 60 anni da Nostra Aetate
- Carolina Pannullo

- 21 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Sono passati 60 anni dal Concilio Vaticano II, quando la Chiesa apriva una breccia nella storia del dialogo interreligioso con la dichiarazione Nostra Aetate (Nel nostro tempo), riconoscendo nelle religioni non cristiane non solo tracce di verità, ma anche terreno comune per la costruzione della pace.

Il contesto storico in cui nasce il Concilio è il post guerra, quindi il mondo è ancora sconvolto dal conflitto e dagli orrori dei campi di concentramento. La chiesa ha ancora aperte le ferite dell’olocausto, delle accuse di neutralità, ovvero di aver assistito passivamente al genocidio degli ebrei. Il documento Nostra Aetate nasce proprio dalla consapevolezza che la Chiesa ha bisogno di stare in dialogo con le altre confessioni non cristiane, anche al fine di evitare il ripetersi degli orrori della guerra.
In un mondo segnato ancora da conflitti, odi, paure identitarie, il messaggio di Nostra Aetate risuona con una certa urgenza e attualità. Lo stesso conflitto ebraico-palestinese è bollato da molti come dovuto a differenze religiose e culturali. Allora è necessario che la fede diventi un ponte di riconciliazione, laboratorio di fraternità, presidio di speranza e non motivo di discordie. Il documento, infatti, riconosce il valore spirituale delle altre religioni, superando pregiudizi e condanne storiche. La Chiesa riconosce la necessità di un’apertura al dialogo come unica via per la comprensione reciproca e la collaborazione.
Oggi, esattamente come in passato, assistiamo ancora a continue violazione dei diritti umani, a violenze contro civili innocenti, ad una promozione della cultura dell’odio e del sospetto, aggressioni territoriali che provocano un clima di guerra e paura, anche sulla base dell’identità nazionale e religiosa. Pertanto, il contributo delle religioni sembra essere assolutamente urgente e indispensabile, soprattutto laddove assumono un carattere decisamente identitario. Allora il dialogo interreligioso deve concretizzarsi in incontro di persone, ma anche di menti e di cuori che elaborino progetti di pace e di armonia in un contesto in cui nonostante le differenze, ci si possa incontrare in ciò che unisce. Ecco perché i principi contenuti nella Nostra Aetate risuonano, ancora oggi, molto rilevanti, proprio alla luce delle macerie che sono sotto i nostri occhi. Come ricorda lo stesso Papa Leone XIV “le religioni sono fonte di fraternità e solidarietà e al contempo di guarigione e riconciliazione”.





