Il centro-sinistra corre unito alle regionali: “non regaleremo voti alla destra”
- Davide Inneguale

- 10 set
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Quest’autunno Valle d’Aosta, Marche, Calabria, Toscana, Campania, Veneto e Puglia torneranno alle urne. Non è un passaggio secondario, le regionali sono il primo vero banco di prova dopo le europee e ci diranno molto sullo stato dei partiti, più di tanti congressi o dichiarazioni di principio.
Quello che colpisce è la scelta del centrosinistra di correre unito. Per anni abbiamo assistito a candidature parallele, veti incrociati, liste civiche che finivano per sottrarre voti alla stessa area politica, regalando punti percentuali alla destra. Stavolta la musica è diversa. Il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, i Verdi e la Sinistra, +Europa, socialisti e altre forze minori hanno deciso di sedersi allo stesso tavolo e convergere su un nome per regione. Non è stato indolore, le frizioni ci sono state e ci saranno, ma il messaggio politico è forte: basta regalare vittorie all’avversario per colpa delle divisioni interne.
I nomi scelti rispecchiano questa volontà: Matteo Ricci nelle Marche, Pasquale Tridico in Calabria, Eugenio Giani in Toscana, Antonio Decaro in Puglia, Roberto Fico in Campania, Giovanni Manildo in Veneto. Profili diversi, con storie politiche anche lontane, ma tutti espressione della stessa idea: senza unità non si batte la destra.
Personalmente credo che questa sia la vera posta in gioco. Non si tratta solo di eleggere un presidente, ma di misurare la maturità di un’area politica che per troppo tempo si è guardata allo specchio invece di guardare al Paese. Se il centrosinistra riuscirà a dimostrare che un campo largo può governare, le regionali diventeranno il trampolino per una sfida nazionale più credibile. Se invece prevarranno gli attriti interni l’occasione sfumerà e resterà l’ennesima fotografia di un fronte incapace di fare squadra.
La destra non lascia spazi vuoti. Governa compatta, anche quando al suo interno non mancano contraddizioni. Se il centrosinistra vuole davvero tornare competitivo deve smettere di disperdere voti. Le regionali ci diranno se questa volta la sinistra ha imparato la lezione, e se riuscirà a costruire un'alternativa concreta e credibile alla parte politica attualmente al Governo.






