Eboli riscopre le sue radici sveve: “Scacchi viventi” e la forza educativa dell’arte
- Dario Luca Mattia

- 30 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Nel cuore pulsante della provincia di Salerno, la città di Eboli si è fatta palcoscenico di un evento dal sapore antico e dall’impronta educativa: “Borgo Medievale in festa e Scacchi Viventi”, una manifestazione che ha saputo coniugare tradizione storica, teatro, educazione e inclusione. Protagonisti, i bambini dell’oratorio San Francesco, di età compresa tra i 7 e i 12 anni, che hanno dato vita a una suggestiva rappresentazione degli scacchi in versione vivente, trasfigurando il gioco in un racconto storico e simbolico dal profondo significato civico e culturale.

In questa cornice di rievocazione e sperimentazione, ha brillato per dedizione e visione educativa il prof. Angelo Fortunato Gramaglia, noto musicoterapeuta e docente presso l’IIS Mattei-Fortunato di Eboli. Figura autorevole e sensibile nel panorama della pedagogia musicale, Gramaglia da anni opera con straordinaria intensità nel campo della musicoterapia, rivolgendosi in particolare all’universo infantile e al mondo della disabilità. La sua azione educativa, mai disgiunta da un solido impianto scientifico e umano, rappresenta un esempio concreto di come la musica possa diventare linguaggio di accoglienza, strumento di cura e ponte tra diversità.
«La musicoterapia, in effetti, non è solo una disciplina clinico-riabilitativa, ma anche un orizzonte culturale e relazionale – sottolinea il prof. Gramaglia - favorisce la comunicazione nei soggetti con fragilità, stimola le funzioni cognitive, incoraggia l’autonomia e promuove l’espressione delle emozioni. Nell’infanzia e nella disabilità, essa si rivela essenziale per costruire percorsi alternativi di apprendimento, favorendo l'inclusione attraverso la risonanza corporea e affettiva del suono».
La manifestazione si è distinta non solo per la qualità scenica e l’impegno dei giovani protagonisti, ma anche per la rete sinergica di realtà associative e culturali che hanno contribuito alla sua realizzazione. Il progetto ha visto la collaborazione tra l’oratorio San Francesco, la Compagnia di Teatro del Bianconiglio, gli Sbandieratori Ebolitani di Portadogana, i Briganti dell’Ermice e il Comune di Eboli, a testimonianza di un accordo di partenariato che ha unito tradizione, educazione e identità.
Il cuore della manifestazione ha voluto riportare sotto la luce contemporanea la civiltà sveva, con particolare attenzione al passaggio epocale dai Normanni agli Svevi, momento cardine della storia meridionale e di Eboli stessa. Di straordinaria rilevanza è stata la rievocazione della figura di Pietro da Eboli, cronista e poeta medievale, autore della Historia di Costanza d’Altavilla, opera nella quale la narrazione storica si fonde con il mito dinastico. In un tempo in cui la memoria sembra svanire nell'effimero digitale, recuperare figure come Pietro da Eboli significa ricucire il tessuto identitario della comunità.
Manifestazioni come “Borgo Medievale in festa e Scacchi Viventi” rappresentano un felice connubio tra il recupero della memoria storica e l'educazione civica delle nuove generazioni. Se da un lato le antiche feste pagane celebravano la ciclicità del tempo, la natura e i suoi riti propiziatori, dall’altro le rievocazioni medievali – come quella proposta ad Eboli – pongono l’accento sull’ordine, la simbologia del potere e la trasmissione di valori morali. Entrambe le forme, tuttavia, trovano nella comunità il loro centro vitale: sono esperienze collettive, capaci di rinsaldare i legami sociali e di stimolare un senso di appartenenza consapevole e partecipato.
In un’epoca dominata dall’individualismo e dalla dispersione, la riscoperta del Medioevo attraverso il gioco degli scacchi viventi assume allora il valore di una metafora educativa: ogni pedina ha il suo ruolo, ogni movimento richiede strategia e rispetto dell’altro. Proprio come nella vita, come nell’arte, come nella musica.





