A cosa serve l’ONU?
- Maddalena Pareti

- 24 ott
- Tempo di lettura: 3 min
“A cosa serve l’ONU?”
“L’ONU, con tutte queste guerre, è inutile.”
“C’è una risoluzione ONU che sostiene X, quindi è verità assoluta.”
Nell’immaginario collettivo, l’Organizzazione delle Nazioni Unite assume funzioni diverse a seconda del contesto in cui viene evocata: talvolta è un elemento narrativo a sostegno di una tesi, altre volte una giustificazione dell’egemonia americana, altre ancora il perno della diplomazia internazionale. Forse l’ONU è tutto questo e, al contempo, niente di tutto ciò: un’organizzazione così complessa da non avere una reale forza vincolante nelle tragedie dei conflitti, ma con un’influenza significativa nel mondo diplomatico.

Le Nazioni Unite nascono dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, un evento catastrofico spesso usato da leader – e non solo, purtroppo – per giustificare le tragedie attuali, come se il “grande conflitto” fosse la sorgente di molte delle guerre odierne.
La sua nascita è il frutto dei negoziati tra i rappresentanti di Stati Uniti, Unione Sovietica, Repubblica di Cina e Regno Unito, iniziati con la Conferenza di Dumbarton Oaks a Washington nel 1944. In quell’occasione furono gettate le basi delle Nazioni Unite, anche se non si raggiunse un accordo su questioni cruciali, come il sistema di voto del Consiglio di Sicurezza, l’organo principale il cui scopo, secondo l’articolo 24 dello Statuto delle Nazioni Unite, è: “Assicurare un’azione pronta ed efficace da parte delle Nazioni Unite, conferendo al Consiglio di Sicurezza la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”.
L’ONU entrò ufficialmente in funzione il 24 ottobre 1945, dopo la ratifica dello Statuto da parte dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Unione Sovietica e Repubblica di Cina – e di altri 46 stati firmatari.

Gli organi principali delle Nazioni Unite sono l’Assemblea Generale, il Consiglio di Sicurezza, il Consiglio Economico e Sociale, la Corte Internazionale di Giustizia e il Segretariato delle Nazioni Unite.
Nonostante il suo carattere spesso formale, l’ONU ha un importante impatto sociale, poiché rappresenta un’arena in cui è ancora possibile un dibattito a livello internazionale. Sebbene la sua utilità possa sembrare vana, non bisogna sottovalutare l’importanza di un contesto – per quanto elitario – in cui rappresentanti di stati di tutto il mondo si confrontano. Questi rappresentanti, spesso, sono persone che hanno combattuto o studiato per raggiungere il loro ruolo all’interno dell’organizzazione.

Giuste o sbagliate, le posizioni assunte dalle Nazioni Unite – raramente frutto di un voto unanime – offrono ai cittadini del mondo un punto di riferimento, una “carezza di giustizia”, anche quando, nella vita quotidiana, questa sembra lontana o irrilevante. Sebbene a volte sembri priva di vita, l’ONU cerca di sfruttare al massimo le sue potenzialità, consapevole di non avere un reale potere coercitivo. La sua forza non risiede nel giudizio, ma nella capacità di rendere l’uso della forza un’opzione costosa per chi viene identificato come avversario.
Pur apparendo talvolta priva di una reale statura istituzionale, non bisogna dimenticare che, nei momenti di crisi, un luogo di confronto, per quanto fragile, è uno strumento prezioso. Esso permette di sublimare la violenza insita nell’essere umano nella sua vocazione più elevata: la dialettica.






