Francesco Cerrone, il preside più giovane di Salerno, dirige l’IIS Piranesi di Capaccio (Sa)
- Dario Luca Mattia

- 1 set
- Tempo di lettura: 3 min
Con il 1° settembre 2025 si apre un nuovo capitolo per l’Istituto d’Istruzione Statale Piranesi di Capaccio, in provincia di Salerno: alla sua dirigenza approda il professor Francesco Cerrone, docente di lungo corso nelle discipline classiche, ora chiamato a tradurre la sua esperienza di educatore e studioso in un progetto di leadership educativa e gestionale.

Il Prof. Francesco Cerrone ha insegnato latino e greco in contesti diversi e stimolanti: presso l’IIS De Sanctis di Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, poi all’IIS Vico di Nocera, quindi all’IIS E. Corbino di Contursi Terme e, infine, al Convitto Nazionale T. Tasso di Salerno. Ogni esperienza ha lasciato un’impronta indelebile, non solo per la ricchezza dei rapporti umani, ma anche per la possibilità di trasmettere il patrimonio inestimabile della classicità a generazioni di giovani. Crede fermamente che lo studio del mondo greco-romano non sia mero esercizio erudito, bensì palestra di pensiero critico e di cittadinanza consapevole.
Il concorso per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica è stato descritto come un percorso lungo e complesso. Come ha vissuto questa sfida?
«È stato, senza dubbio, un cammino impegnativo e, al tempo stesso, entusiasmante. La preparazione ha richiesto costanza, disciplina e la capacità di superare i momenti di stanchezza e scoramento. Ho dovuto sacrificare tempo libero, passioni e interessi personali, ma l’obiettivo finale mi ha sempre guidato. Affrontare le prove concorsuali non significa soltanto mirare a un risultato: rappresenta anche una straordinaria occasione di formazione, di arricchimento culturale e umano, aspetti che considero fondamentali per chiunque viva quotidianamente la scuola».
Quali responsabilità intravede oggi nel ruolo di dirigente scolastico, alla luce della scuola dell’autonomia?
«Il dirigente scolastico è chiamato a un compito delicato: promuovere, coordinare e valorizzare i molteplici aspetti di realtà complesse quali le istituzioni educative. È una funzione che richiede equilibrio tra leadership pedagogica e competenze gestionali. La scuola non è soltanto luogo di trasmissione dei saperi, ma laboratorio di crescita collettiva, di cittadinanza e di convivenza civile. Nel rispetto degli organi collegiali, il dirigente può dare un contributo decisivo al miglioramento della scuola italiana e all’innalzamento delle competenze degli allievi».
Le sfide della società globalizzata sembrano porre alla scuola responsabilità sempre nuove. Come intende affrontarle?
«Con grande umiltà e spirito di apprendimento continuo. La scuola deve insegnare a leggere la complessità del presente e preparare i giovani ad abitare un mondo sempre più interconnesso. Per questo occorre coniugare tradizione e innovazione: custodire il rigore dei saperi e, insieme, aprirsi alle nuove frontiere del sapere e della tecnologia. Il dirigente deve saper guidare questa sintesi, stimolando docenti e studenti a guardare lontano».
Il bilanciamento tra vita professionale e vita personale è una delle questioni più delicate per chi ricopre ruoli di responsabilità. Come la vive Lei?
«Non nascondo che sarà una sfida complessa. Ritengo, tuttavia, fondamentale coltivare le relazioni umane, dedicare tempo agli affetti familiari e alle proprie passioni. Una leadership educativa autentica non può prescindere dalla ricchezza della vita personale: è in quell’equilibrio che si trova l’energia per affrontare le sfide quotidiane».
Un consiglio a chi intende affrontare il concorso per la dirigenza scolastica?
«Direi di affrontarlo con serenità e determinazione, senza lasciarsi sopraffare dalle difficoltà. Lo studio delle aree tematiche necessarie per il concorso non è soltanto preparazione tecnica, ma un’occasione preziosa di crescita personale e professionale. A chi intraprenderà questo percorso auguro di coltivare curiosità, passione e la consapevolezza di servire una delle istituzioni più nobili e decisive per il futuro della nostra società: la scuola».
Un augurio per l’inizio del suo mandato?
«Mi auguro che il mio lavoro al Piranesi di Capaccio possa essere improntato all’entusiasmo, alla dedizione e al dialogo. Sogno una scuola capace di valorizzare ogni studente, di promuovere l’eccellenza e, al contempo, di includere chi è più fragile. Una comunità viva, unita da un progetto comune di crescita culturale e civile. In bocca al lupo a tutti e buon anno scolastico!»
La voce di Francesco Cerrone risuona ferma e appassionata: nelle sue parole convivono il rigore dello studioso classico e la visione del dirigente moderno, consapevole che la scuola, oggi più che mai, è il cuore pulsante della democrazia e della speranza.





