Avere il potere ed assumersene la responsabilità dovrebbe essere la normale prassi comportamentale della politica in un Paese sano, ma in Italia sembra che le cose vadano diversamente. Negli ultimi giorni si fa un gran parlare di presunti dossieraggi o pressioni da parte di non ben identificati poteri forti ai danni di membri del governo in carica, compresa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Insomma, non è certo una novità da parte di questo governo rifugiarsi in atteggiamenti vittimistici ogni volta che qualcosa si frappone tra le loro promesse elettorali, la dura realtà e la complessità dei problemi. Ma invece di assumersi le responsabilità delle proprie azioni, si preferisce cercare scuse, capri espiatori e ricorrere così alla specialità italiana dello scaricabarile.
Cosa nasconde questo atteggiamento vittimistico? L’incapacità di realizzare le illusioni propagandate in campagna elettorale anche a causa della necessità di rientrare nei rigidi criteri di bilancio che ci impone la prossima manovra economica. Ora sappiamo già che i soldi saranno pochi, che la crescita prevista del PIL non ci lascia grandi margini, e che si dovrà operare a nuovi tagli ai servizi e al welfare. Questo governo che doveva sventolare la bandiera del sovranismo davanti alle istituzioni europee è tornato con le pive nel sacco e il patto di stabilità promette anni di lacrime e sangue. Ci vogliono soldi per abolire la legge Fornero e le accise sui carburanti.
Per non parlare della promessa di bloccare il flusso dei migranti dall’Africa ricorrendo al blocco navale, che poi sarebbe una dichiarazione di guerra nei confronti dei paesi nordafricani. Scaricare qualche migliaio di migranti nel CPR in Albania (a parte le considerazioni morali), mantenendoli li a nostre spese, sembra una soluzione di ripiego, giusto per toglierli dalla vista. Un po’ come si è fatto con il famoso parco a Caivano, che magari sarà anche stato ripulito dallo spaccio di droga, ma questo spaccio si è spostato nei comuni vicini.
Nel paese dello scaricabarile, che non è una caratteristica esclusiva della classe politica, avere il coraggio di ammettere di non essere in grado di mantenere le promesse elettorali perché i problemi sono un tantino più complessi di quanto non li si voglia far apparire, sarebbe un segno di maturità. Proprio quella maturità che manca alla nostra classe politica e dirigente e questo governo non è un’eccezione.