Dobbiamo condannare pubblicamente la violenza contro gli israeliti avvenuta il 7 ottobre e perpetrata da Hamas. Ma dobbiamo anche chiederci se è tutto ciò che va condannato. Siamo sconvolti che bambini, anziani e civili indifesi siano stati uccisi. Ma siamo stati sconvolti anche nei decenni in cui Israele ha bombardato case, scuole e ospedali a Gaza? Sappiamo che Israele dice: sono scudi umani, usati per proteggere installazioni militari. Ma abbiamo i numeri dei bambini morti a Gaza. Sono migliaia. Abbiamo visto persone uccise e case distrutte dai bombardamenti. Dobbiamo chiederci perché la nostra indignazione è riservata ai civili israeliani. Io sono ebrea e quando gli ebrei vengono ammazzati il mio cuore si spezza. Quando sento che questo è stato il più grave attacco a qualsiasi gruppo di ebrei dalla seconda guerra mondiale sono sconvolta. Non si può dubitare del mio dolore. Ma se dovessi rimanere dentro la mia indignazione di ebrea senza vedere la devastazione che Gaza ha subito restringerei la mia visione e fallirei nella mia comprensione del quadro completo. Se non vogliamo più assistere a una simile violenza dobbiamo chiederci cosa c'è bisogno di fare per eliminarla per sempre. La risposta non è lo sterminio degli abitanti di Gaza o la loro espulsione in Egitto, come pensano alcuni leader di Israele. La risposta è la liberare i palestinesi dall'occupazione e trovare una forma di coabitazione politica che permette alle persone, a tutte le persone, di vivere con uguaglianza, libertà e giustizia. Solo una soluzione di democrazia radicale può mettere fine alla violenza.
Non ci sono dubbi che la violenza di Hamas sia orribile, ma le richieste dei palestinesi di libertà e giustizia sono un'altra cosa. È estremamente importante e legittimo il desiderio di vivere in una democrazia, con diritti politici. Non credo sia d'aiuto chiamare quelle persone «animali» o «barbari». Serve solo a darne una caricatura essenzialista e razzista. E non credo che Israele rappresenti la migliore visione di democrazia. È uno Stato basato su un'occupazione violenta. Su espulsioni violente. Ha spogliato persone dei loro diritti per produrre la sua democrazia. Cosa significa una democrazia basata sulla negazione dei diritti? Che è una democrazia per alcuni e non per tutti. Che ai non cittadini rimane una disuguaglianza radicale. Non è la visione di democrazia che voglio difendere. Ho grandi speranze nella democrazia e spero di vederla nella regione. Ma non credo ci sia già.
Tratto da Judith Butler: «Solo una democrazia radicale può porre fine alla violenza in Medio Oriente» di Giansandro Merli - Il Manifesto
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