C’è un caso concreto a cui è possibile applicare il “soffocamento” del reato di traffico di influenze e lo si può trovare proprio in casa Meloni. Già che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con la modifica dell’articolo 346 bis del codice penale, abbia ristretto l’applicazione di un reato nei confronti della Pubblica Amministrazione in uno Stato in cui i cittadini si lamentano continuamente del mancato funzionamento delle norme e dello sperpero di denaro pubblico, fa intuire quanto la politica sia distante dai cittadini. Eppure Giorgia si è proclamata “una del popolo”.
Il caso in questione riguarda la sorella, Arianna Meloni, di cui si vocifera aver commesso quel reato subordinato alla nuova normativa. Durante questa estate turbolenta, infatti, si è mormorato che avesse partecipato in presenza alle riunioni finalizzate a decidere le nomine dei vertici Rai e delle Ferrovie dello Stato non per il ruolo che ricopre in Fratelli d’Italia o per il rapporto, tutt’altro che legato alla famiglia tradizionale, con l’ormai ex compagno e formalmente marito, Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura. Ma proprio per il suo rapporto di sorellanza con la Premier. Tanto è che, tra le voci circolanti, c’era anche quella secondo la quale Arianna avesse proposto amministratore delegato e direttore generale di Mercitalia Logistics Sabrina De Filippis, casualmente sua grande amica.
Rimanendo coi piedi per terra, è ingenuo stupirsi del fatto che in questi ambienti ci si conosca un po’ tutti. E non è una novità che nel Belpaese determinate cariche, più che per competenza, vengano ricoperte grazie a favoritismi e promesse. Ma è interessante che nel pezzo fatto uscire tra le colonne de Il Giornale, quotidiano di cui è direttore, Alessandro Sallusti abbia dichiarato che giornali sinistra e procure siano in combutta tra loro e abbiano dato vita a un triumvirato per danneggiare il Governo. Che se poi anche fosse, da che mondo è mondo, chi governa e detiene il potere ha sempre detrattori che vogliono tirarlo giù. In questo caso, in modo anche poco fantasioso. Unito poi al caso Sangiuliano, in cui Boccia, pur di emergere, si è lasciata strumentalizzare per elemosinare una carica pubblica, stiamo assistendo ad alcune gomitate nelle stanze del potere il cui fine, più che fare cadere il Governo Meloni, sembra sia quello di delegittimare la sua figura agli occhi degli italiani, dopo i relativi successi ottenuti in ambito europeo e venduti al pubblico come se fossero vittorie senza precedenti.
La stessa Premier si è paragonata infelicemente a Silvio Berlusconi per le modalità di attacco che dichiara di subire, ergendosi a paladina della giustizia in lotta contro un “sistema di interessi che tiene in ostaggio l’Italia da troppi anni.” Tenuta in ostaggio, in parte, proprio dal Cavaliere che, pace all’anima sua, era noto per le innumerevoli leggi ad personam; e sistema di interessi di cui anche la Premier ha fatto parte dal momento che è dall’età di 29 anni che frequenta il Parlamento, prima con Alleanza Nazionale, poi Forza Italia e infine con Fratelli d’Italia.
Continuare a credere alla narrazione secondo la quale Giorgia e Arianna siano le anime belle, pure e nobili in difesa della famiglia tradizionale e degli interessi degli italiani ci fa perdere di vista il fatto che le Sorelle Meloni stiano in realtà manipolando una situazione classica, fatta tutta di dinamiche interne alla politica. In quelle stanze nessuno perseguita nessuno. La maggior parte decide di intraprendere un percorso politico non tanto per ideologia o per amministrare la Cosa pubblica, ma per rivestire una carica che alimenti solo il proprio narcisismo, tant’è che il Paese continua ad avere gli stessi problemi da decenni e casualmente le stesse persone che promettono ora pane amore e simpatie sono le medesime che da decenni sono invischiate nelle stesse dinamiche di sempre. Come dice però un noto cantautore genovese: “Se non sono gigli, son pur sempre figli, vittime di questo mondo”.
Comments