top of page

Profondità, amore, ottimismo e un pizzico di follia: gli ingredienti per un buon 2024!

Erasmo da Rotterdam

La follia rende piacevole la vita

 

È tempo ormai di seguire l’esempio di Omero lasciando da parte gli Dèi e tornare sulla terra, per quanto anche lì niente si vede di gioioso o felice se non per merito mio.

In primo luogo osservate con quanta attenzione la natura, madre e artefice del genere umano, ebbe cura di non lasciar mancare in nessun luogo un pizzico di follia. Se, infatti, secondo la definizione degli stoici, la saggezza consiste solo nel farsi guidare dalla ragione, mentre, al contrario, la follia consiste nel muoversi seguendo il capriccio delle passioni, Giove, perché la vita umana non fosse del tutto triste e malinconica, vi infuse molta più passione che ragione, diciamo all'incirca nella proporzione di mezz'oncia rispetto a un asse. Relegò inoltre la ragione in un angolino della testa lasciando il resto del corpo ai turbamenti delle passioni.

Arthur Schopenhauer

La fonte interiore della felicità

 

Assai giustamente Aristotele dice: «La felicità appartiene a coloro che bastano a se stessi» (Etica Eudemea, VII, 2)… A ogni età, questa è e rimane l'autentica fonte della felicità e la sola durevole. Dappertutto, nel mondo, c'è ben poco da prendere: miseria e dolore lo colmano, e per coloro che si sottraggono a questi mali sta in agguato, a ogni angolo, la noia. Inoltre nel mondo, di regola, domina la malvagità, e la stoltezza tiene banco. La sorte è crudele e gli uomini sono miserabili. In un mondo siffatto, l’uomo dotato di ricca interiorità è simile alla chiara, calda e allegra stanza preparata per il Natale in mezzo alla neve e al gelo della notte di dicembre. Quindi avere un’individualità ricca e fuori del comune, in particolare una spiritualità profonda, è indubbiamente la sorte migliore su questa terra, per quanto possa apparire lontana dalla sorte più brillante.

Iris Murdoch

Il volo del gheppio


Sto guardando fuori dalla finestra con uno stato d’animo ansioso e risentito, dimentico di ciò che mi circonda, rimuginando forse su qualche danno inflitto al mio prestigio. Poi all’improvviso un gheppio che svolazza. In un attimo ogni cosa cambia. L’io che rimuginava, con la sua ferita è scomparso. Ora non c’è nient’altro che il gheppio. E quando torno a pensare alla questione questa mi appare meno importante. Di sicuro si tratta di un’esperienza che possiamo fare deliberatamente: prestare attenzione alla natura per purificare le nostre menti dalle preoccupazioni egoistiche.

Goliarda Sapienza

Io, Jean Gabin


Eh sì, l’amore deve essere qualcosa di essenziale alla nostra natura da non poter fare senza, qualcosa come il pane, l’acqua, il sale… Senza sale l’organismo muore, e in fondo non è grande danno, ma senza amore si diventa assonnati, fragili, avari, larve d’uomo.

 

Antoine de Saint-Exupéry

Il Piccolo Principe

 

«Addio», disse la volpe. «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi».

«L’essenziale è invisibile agli occhi», ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.

«È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante».

«È il tempo che ho perduto per la mia rosa…» sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

«Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…»

«Io sono responsabile della mia rosa…» ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

Dietrich Bonhoeffer

Ottimismo

 

È più da furbi essere pessimisti: si dimenticano le delusioni e si sta in faccia alla gente senza compromettersi. Così l'ottimismo è passato di moda presso i furbi. Nella sua essenza, l'ottimismo non è un modo di vedere la situazione presente ma è un'energia vitale, una forza della speranza là dove altri si sono rassegnati: la forza di tenere alta la testa anche quando tutto sembra fallire, la forza di reggere i colpi, la forza che non lascia mai il futuro all'avversario ma lo reclama per sé. Certo, c'è anche un ottimismo stupido, vile, che deve essere vietato. Ma l'ottimismo come volontà di futuro non dev'essere mai disprezzato anche se porta a sbagliare cento volte: rappresenta la sanità della vita, quello che il malato non deve intaccare. C'è gente che ritiene poco serio, cristiani che ritengono poco pio, sperare in un migliore futuro terreno e prepararsi a esso. Credono nel caos, nel disordine, nella catastrofe come nel senso degli eventi contemporanei e si sottraggono – con rassegnazione o con la pia fuga dal mondo – alla responsabilità di continuare a vivere, di ricostruire, alla responsabilità verso le generazioni future. Può darsi che il giudizio universale cominci domani; allora, e non prima, smetteremo di lavorare per un futuro migliore.


La Redazione vi augura di non lasciare,

in questo 2024,

le vostre vite e i vostri amori,

la vostra felicità e la vostra follia,

nelle mani degli avversari,

ma di reclamarli a sé:

perché siamo noi i responsabili della nostra rosa!


Comments


Unisciti ai canali

  • Instagram
  • Facebook
  • Whatsapp
bottom of page