Dal dolore non deve scaturire altro odio, altrimenti tutto peggiorerà ancora. È il grido di Sebastiano Bergamaschi, coetaneo di Giacomo Gobbato, che non si sono voltanti indietro dinanzi all'aggressione di una donna. I due amici l’hanno difesa dal rapinatore che ha estratto un coltello ferendo entrambi. Giacomo è morto poche ore dopo in ospedale. Il presunto assassino, cittadino moldavo, è stato fermato mentre tentava di rapinare un'altra ragazza.
Il dolore è comprensibile, è sano. Ma non l'odio, quello bieco, razzista, da leoni da tastiera, che strumentalizzano la morte del giovane ventiseienne di Mestre vanificandone il gesto. Non era ciò che avrebbe voluto Giacomo, per gli amici Jack, la cui generosità, come ha scritto il Manifesto, 23.09.24, «è l'ultima prova del suo impegno.» Perché Jack, musicista e artista tatuatore, «era attivista poliedrico, allegro, vitale, come Sebastiano.» Entrambi militanti del centro sociale Rivolta, che a Mestre si impegna da anni in progetti di cittadinanza ed è attivo e partecipe con le amministrazioni.
Un progetto e un modello sociale che però sono andati in malora dopo la «cura» del sindaco Luigi Brugnaro che ha tagliato tutti i servizi sociali e le strutture di riduzione del danno della città in nome di un’idea di «sicurezza», fatta di taser e pistole ai vigili urbani. Ciò contro cui Jack ha combattuto. Lui che era tra i promotori del comitato «Riprendiamoci la città» per chiedere un approccio radicalmente diverso, fondato sulla diffusione capitale di servizi sociali, reti di operatori di strada e di assistenza.
Ma dopotutto questa è l’unica risposta «securitaria» che questa destra è capace di dare, considerando che è appena stato approvato alla Camera dalla maggioranza parlamentare il pacchetto securitario più fascistoide della storia della Repubblica: «ddl repressione» se non addirittura «ddl Orban» (per citare il dem Pierfrancesco Majorino). Più sanzioni, più galere, contro cui la piazza è stata convocata per mercoledì pomeriggio da Cgil e Uil, e a cui sarà presente anche la segretaria del Pd Elly Schlein. Forse, una delle ultime manifestazioni a cui sarà permesso partecipare!
Sono soprattutto queste politiche liberticide a vanificare il gesto di Jack, «che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista», come si legge nel comunicato del Rivolta che mai accetterà strumentalizzazioni. «Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usat3 da chi semina odio. C'è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle.» È a Giacomo che lo dobbiamo.
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